Bob Dylan ha vinto il premio Nobel per la Letteratura “per aver creato nuovi modi di espressione poetica nel solco della tradizione musicale americana”. Come da tradizione, il massimo riconoscimento letterario mondiale va alla carriera del vincitore, allo spirito dei testi e, in questo caso delle canzoni e poesie che ha animato l’intero corso della vita dell’artista americano.
Il Nobel è solo l’ultimo nella lista dei premi vinti dall’autore di ‘Like a Rolling stone’ che annovera, in ordine di tempo, il Grammy alla carriera nel 1991, il Polar Music Prize nel 2000 (l’equivalente del Nobel in campo musicale), il premio Oscar nel 2001 per la colonna sonora del film ‘Wonder boys’, il Premio Pulitzer nel 2008.
L’anno scorso andò alla giornalista e scrittrice bielorussa Svetlana Aleksievič, cronista di guerra e testimone di un mondo, quello della post II guerra mondiale e poi della Guerra fredda, che si stava sgretolando. Ma il Nobel per la letteratura non è solo un riconoscimento accademico: grazie al forte richiamo mediatico, abbiamo potuto conoscere per la prima volta autori fino a poco prima rimasti nell’ombra o quasi. Tra quelli più lontani nel tempo, c’è per esempio Rabindranath Tagore, nome anglicizzato di Rabíndranáth Thákhur, il primo non occidentale a vincere il Nobel. Il Poeta e filosofo indiano ottenne il premio nel 1913, quando ancora il suo Paese era sotto la dominazione britannica “per la profonda sensibilità, per la freschezza e bellezza dei versi che, con consumata capacità, riesce a rendere nella sua poeticità, espressa attraverso il suo linguaggio inglese, parte della letteratura dell’ovest”.
Ma la tendenza a riscoprire autori sconosciuti ai più si ripropose anche alla fine degli anni ’70 con Isaac Bashevis Singer, Odysseus Elytis, Elias Canetti e nei più recenti anni ’90, con Octavio Paz, Derek Walcott, Seamus Heaney e Wislawa Szymborska.
Se i poeti sono profeti di un mondo che non vediamo, così gli scrittori sono messaggeri di qualcosa di lontano, da altri solo appena svelato: lo rendono vivo, partecipato dalle nostre emozioni, dalle nostre sofferenze. Profeta e scrittore, cantante e poeta, schierato in prima linea nella battaglia per i diritti civili negli anni ’60: Bob Dylan in questo mondo ci ha camminato, ha toccato la realtà e si è fatto influenzare da essa, anello di congiunzione, come tutti gli artisti, tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere.
Laurea magistrale in Storia contemporanea presso L'Università degli studi Roma tre. Master di primo livello I mestieri dell’Editoria, istituito da “Laboratorio Gutenberg” di Roma con il patrocinio del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso “Università Sapienza di Roma”. Dopo la laurea ho svolto uno stage presso Radio Vaticana, dove ho potuto sperimentare gli infiniti linguaggi della comunicazione.
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