Habemus papam qui sibi nomen imposuit Franciscum

E’ il 76enne Jorge Mario Bergoglio il nuovo Papa, il 266simo della storia della Chiesa Cattolica. Sarà Francesco I e camminerà sui passi di un altro Francesco: il Santo di Assisi patrono d’Italia. Un nome con un significato importante, una scelta che indica l’indirizzo verso la povertà, l’ essenzialità. Una Chiesa povera che si occupa degli emarginati viene affidata ad un cardinale argentino della Compagnia di Gesù. Cardinale di grande esperienza e afflato pastorale, era già tra i papabili nel conclave del 2005. Secondo alcune ricostruzioni fu proprio Bergoglio a contendere a Ratzinger l’elezione di quell’aprile di 8 anni fa.

“Un papa preso quasi alla fine del mondo” dice Francesco I, che è il primo sudamericano (figlio di piemontesi emigrati) della storia, primo non europeo, primo tra i gesuiti.

Lo sussura, quasi, emozionato com’è, con il suo dolce accento spagnolo. E quel ‘preso’ non viene pronunciato a caso. In spagnolo significa ‘ portato in vincoli’: proprio come Pietro, il Suo successore viene “dalla fine del mondo”.

“Incominciamo insieme questo cammino della Chiesa di Roma – dice – un cammino di fratellanza, di amore di fiducia tra noi. Preghiamo l’uno per l’altro e per tutto il mondo, perché vi sia una grande fratellanza. Che sia fruttuoso per l’evangelizzazione di questa bella Città”. Poi, il primo Francesco papa si congeda con un’umile richiesta che qualifica colui che nella sua terra, da cardinale, amava vuisitare senza preavviso le parrocchie della sua diocesi e vi si recava da solo : “Prima che il Vescovo benedica il suo Popolo  vi chiedo un favore: di pregare  il Signore perché mi benedica”.

“Non ho nessuna possibilità di diventare papa, l’ età questa volta gioca contro di me”. Il successore di Benedetto XVI era partito per Roma convinto che sarebbe tornato nella
“sua” Argentina da cardinale. Lo aveva confessato lui stesso in un’ intervista rilasciata prima del conclave a ‘ La Nacion’. Che oggi suona come una profezia al contrario e che il quotidiano argentino rievoca nei passi salienti in un editoriale in prima pagina.
Il papa arrivato “dalla fine del mondo”, la definizione che il nuovo pontefice si è ritagliato su misura, “è un uomo buono”, sostiene nell’ editoriale Joaquin Morales Sala, il giornalista che aveva realizzato l’ intervista prima del conclave. Un uomo sempre “estremamente prudente” nei suoi riferimenti ai problemi della Chiesa, ma consapevole che il passo indietro di Joseph Ratzinger aveva portato alla luce molti conflitti irrisolti in Vaticano.
Un uomo, Bergoglio, che Sala definisce austero fino all’ estremo. Solo per obblighi protocollari del Vaticano indossava i vistosi abiti rossi dei cardinali. A Buenos Aires si spostava in metropolitana vestito di scuro. Mangia in modo semplice, non frequenta i ristoranti costosi. Nessuna segretaria, al telefono è lui in persona a chiamare sorprendendo l’interlocutore con “sono Bergoglio”. Con la stessa semplicità con la quale ieri sera si è presentato alla moltitudine, oltre 100 mila persone, accorsa in piazza San Pietro subito dopo la fumata bianca delle 19.06  per accogliere al grido di “Viva il Papa” l’annuncio del nome della nuova guida della Chiesa di Cristo:: “Buonasera, sono Francesco”.

A.B.