“Tutto in regola”, così replica, il tesoriere del Pd Francesco Bonifazi indagato dalla procura di Roma in merito all’inchiesta sui pagamenti alla politica dell’imprenditore Luca Parnasi, arrestato a giugno 2018 per la vicenda del nuovo stadio della Roma. Come già riportato da numerosi quotidiani la questione di snoda attorno all’ipotesi del reato di finanziamento illecito ai partiti. Nello specifico si fa rifermento ai 150mila euro versati da Parnasi nelle casse della fondazione “Eyu”, presieduta da Bonifazi e che sarebbero stati in realtà destinati al partito, ma non iscritti correttamente nei bilanci dello stesso.
Dal carcere dove è rinchiuso l’imprenditore Parnasi, indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, emerge un quadro non del tutto lineare in merito alla “querelle” ma al tempo stesso l’imprenditore fa più volte riferimento al suo metodo per finanziare i partiti mediante le fondazioni. Al vaglio degli inquirenti ci sarebbero le innumerevoli conversazioni tra i due, alcune delle quali non utilizzabili in termini legali in quanto avvenute nella sede del partito democratico, luogo coperto da immunità parlamentare.
“Non c’è nessun finanziamento illecito al Pd, non c’è nessuna fattura falsa della Fondazione EUY. Abbiamo tutti i documenti in regola. E siamo pronti a dimostrarlo in qualsiasi sede. Lo scrive su Twitter il tesoriere del Pd Francesco Bonifazi, dopo la notizia dell’indagine che lo riguarda. I magistrati però sono di tutt’altro avviso.
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