Cala il tasso di disoccupazione, come non accadeva da quasi quattro anni, mentre cresce di 159mila unità il numero degli occupati. Migliora in particolare la situazione dei giovani dai 15 ai 24 anni: tra di loro l’occupazione cresce del 5,7%.
Lo sostiene l’ISTAT nel suo rapporto mensile sul mercato del lavoro.
I segnali di ripresa arrivano nel primo mese dopo l’entrata in vigore del Jobs Act. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha commentato i dati con un tweet soddisfatto: “Avanti tutta su riforme. Adesso ancora più decisi”.
Il programma economico del governo è stato elogiato anche dall’OCSE, l’Organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico: “Il ‘Jobs Act’ ha il potenziale per migliorare drasticamente il mercato del lavoro”, si legge in un rapporto.
Ma nonostante l’inversione di tendenza, il tasso di disoccupazione rimarrà “ancora elevato” per i prossimi due anni: sempre secondo l’OCSE, sarà stabile nel 2015, intorno al 12,7%, e nel 2016 scenderà solo fino al 12,1%.
I dati riportati dall’ISTAT segnano comunque, come si diceva, un’inversione di tendenza nel tasso di disoccupazione, che saliva ininterrottamente dal terzo trimestre del 2011. Ad aprile, infatti, il tasso è calato dello 0,2% rispetto a marzo. I disoccupati in meno rispetto al mese precedente sono 17mila, pari allo 0,5%.
Ancora più netto il dietrofront per quanto riguarda i giovani: ottomila disoccupati in meno rispetto a marzo, pari all’1,3%, per un calo del tasso dell’1,6%.
Oltre ai disoccupati scende anche il numero degli inattivi, coloro che non hanno né cercano impiego. Questo spiega l’impennata dell’occupazione: 159mila posti di lavoro in più nell’ultimo mese, che ammontano allo 0,7% del totale, ma rappresentano più della metà dei 261mila in più rispetto ad aprile 2014.
Il calo della disoccupazione riguarda sia gli uomini sia le donne, ed è stato più accentuato al Sud (-6%) che al Nord (-4,5%), mentre al Centro riguarda praticamente solo la componente femminile. In generale, a beneficiarne ovunque sono stati principalmente i cittadini italiani: tra gli stranieri, invece, l’aumento dell’occupazione maschile compensa una diminuzione fra le donne.
F.M.R.
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