Ogni 2 ore in Italia una persona viene contagiata dal virus Hiv responsabile dell’Aids, per un totale di 4.000 nuove infezioni l’anno. Nel mondo la diffusione e’ ancora piu’ rapida, con un’infezione ogni 6 secondi, circa 7.400 al giorno, ma solo la meta’ viene curata e ogni ora 200 persone muoiono di Aids. A 30 anni dal primo caso documentato di Aids e a 15 dall’arrivo delle terapie che hanno allungato la vita delle persone sieropositive la lotta contro l’Aids e’ tutt’altro che alle ultime battute, come emerge dai dati presentati a poche ore dall’apertura ufficiale della conferenza mondiale della International Aids Society (Ias).
”Se vogliamo abbattere la circolazione del virus dobbiamo curare le persone e portare la terapia a tutti, come e’ stato fatto negli anni ’50 per la lotta alla tubercolosi”, ha detto Stefano Vella, co-presidente della Conferenza di Roma e direttore del dipartimento del farmaco dell’Istituto Superiore di Sanita’ (iss). Una strada che anche l’Italia deve impegnarsi a seguire, secondo gli esperti che hanno incontrato oggi a Roma la stampa, in un incontro organizzato a margine della Conferenza mondiale. ”L’Aids non e’ affatto sotto controllo”, ha detto l’infettivologo Massimo Andreoni, dell’universita’ di Roma Tor Vergata. Si stima che le persone che in Italia vivono con il virus Hiv siano fra 143.000 e 165.000, delle quali 22.000 hanno l’Aids e almeno 30.000 non sanno di avere l’infezione. Le donne sono circa il 40% e sono in aumento costante. Lo scenario cambiera’ ancora fra pochi anni: ”nel 2015 le persone sieropositive di oltre 50 anni saranno le piu’ numerose e questo significa che saranno in cura anche molte donne in menopausa”, ha osservato l’infettivologo Marco Borderi, del policlinico Sant’Orsola di Bologna. ”Non sappiamo che cosa succedera’ a quel punto – ha osservato – perche’ i farmaci anti-Hiv finora sono stati sperimentati solo sugli uomini”. Sono fra 143.000 e 165.000 le persone che in Italia vivono con il virus Hiv responsabile dell’Aids. Secondo le stime presentate a Roma ogni 2 ore in Italia una persona viene contagiata dal virus Hiv, per un totale di 4.000 nuove infezioni l’anno. I dati ufficiali del Centro Operativo Aids attivo presso l’Istituto Superiore di Sanita’ (Iss), relativi al 2009, indicano 2.588 nuove diagnosi con un’incidenza pari a 6 abitanti ogni 100.000, maggiore al Nord rispetto a Sud e Isole. ”Dati – rileva l’Iss – che che inquadrano l’Italia fra i Paesi dell’Europa occidentale con un’incidenza di nuove diagnosi di Hiv medio-alta”. Emerge inoltre che l’eta’ al momento della diagnosi e’ sempre piu’ avanzata: se nel 1985 era di 26 anni per i maschi e 24 anni per le femmine, nel 2009 e’ aumentata rispettivamente a 39 e 36 anni. Sempre secondo i dati dell’Iss, in un terzo dei casi la malattia viene diagnosticata solo quando la malattia e’ ormai in fase avanzata e il numero delle cellule immunitarie CD4, che sono il principale bersaglio del virus, e’ inferiore a 200 per microlitro di sangue. Nel 2010 quasi 60% dei chi ha avuto la diagnosi di Aids conclamato quando ha scoperto di essere sieropositivo: una tendenza che e’ aumentata progressivamente negli ultimi 15 anni e che ha fatto si’ che ben due terzi delle persone che hanno avuto la diagnosi dal 1996 ad oggi non abbia beneficiato delle terapie prima della diagnosi. Cambiano anche le modalita’ con cui si trasmette il virus: i tossicodipendenti, fra i quali nel 1985 la trasmissione del virus era la piu’ elevata (74,6%), nel 2009 erano appena il 5,4%, mentre attualmente il virus Hiv viene trasmesso nella maggioranza dei casi (79%) per via sessuale (nel 1985 solo il 7,8%). Secondo i dati dell’Iss, il 40,8% delle donne e l’11,8% deli uomini ha avuto rapporti con un partner che sapeva essere sieropositivo. Le nuove diagnosi fra gli stranieri, rileva l’Iss, e’ aumentata dall’11% del 1992 al 32,9% del 2006, ma da allora ha cominciato a ridursi e nel 2009 sono state pari al 27,2%. ”In pratica – rileva l’Iss – nel 2009 quasi una persona su 3, diagnosticata come HIV positiva, e’ risultata di nazionalita’ straniera”. Tra questi, inoltre, il virus si e’ trasmesso soprattutto per contatti eterosessuali (dal 24,6% del 1992 al 70% del 2009). Sempre secondo i dati dell’Iss, le diagnosi di Aids conclamato sono state 62.617 dal 1982, anno della prima diagnosi di Aids in Italia, al 31 dicembre 2010. Di queste, 48.389 (77,3%) riguardavano uomini, 773 (1,2%) bambini al di sotto di 13 anni e 5.335 (8,5%) stranieri. Nel 2010 sono stati notificati 1.079 nuovi casi di Aids (361 dei quali diagnosticati negli anni precedenti). Come per la sieropositivita’, anche per l’Aids conclamato la diagnosi arriva sempre piu’ in eta’ avanzata. Per la maggior parte ( 66,2%) riguarda persone che hanno fra 30 e 49 anni (44 anni per gli uomini e 40 per le donne nel 2010, contro l’eta’ media di 31 anni per gli uomini e 29 per le donne che si registrava nel 1990). gli uomini e 40 per le donne nel 2010, contro l’eta’ media di 31 anni per gli uomini e 29 per le donne che si registrava nel 1990).
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