“Ripugnante copertina dell’Elsevier Weekblad, il principale settimanale olandese. Gli italiani e i cittadini dell’Europa mediterranea sono raffigurati come parassiti nullafacenti che bevono, stanno in vacanza e passano il loro tempo sui social mentre i cittadini del Nord Europa mandano avanti tutta la baracca, lavorano duramente e senza fermarsi mai”. Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
“Non accettiamo lezioni da questi signori e dall’Olanda, che ha creato un paradiso fiscale in Europa e drena risorse a tutti gli altri Stati membri. Fratelli d’Italia chiede al ministro Di Maio di convocare oggi stesso l’ambasciatore olandese a Roma e pretendere le scuse immediate. E aspettiamo la condanna di tutte le forze politiche italiane, a partire da quelle che blaterano di europeismo e in Europa sono alleate del premier Rutte”.
Certi stereotipi, purtroppo, sono duri a morire. Non è la prima volta infatti che siamo apostrofati come ‘parassiti’. Nel 2006, anno del mondiale di calcio giocato in Germania, il quotidiano tedesco Dear Spiegel online usò lo stesso termine contro gli azzurri con i quali dovettero affrontarsi in semifinale e che poi si aggiudicarono la coppa del mondo nella finale contro la Francia.
Per non parlare della campagna choc messa su dagli svizzeri nel 2016 contro i lavoratori frontalieri italiani. E’ noto che oltre Lugano non tollerino che gli italiani residenti in Lombardia vengano a svolgere professioni nel loro Paese. In quel caso italiani e rumeni furono paragonati a topi e parassiti, addirittura raffigurati come tali.
L’anno prima, addirittura, in un elegante comune svizzero alle porte di Lugano, per avere osato sconfinare con le ruote di un lato della propria autovettura su un terreno privato, per evitare un incidente, si senti apostrofare con veemenza dal proprietario terriero: “str(…) italiana, italiani pezzi di m… parassiti che venite a insozzare i paesi altrui”. Non pago degli insulti all’indirizzo della povea conducente d’auto, lo svizzero ebbe l’ardire di metterle le mani addosso, mentre chi riprese tutta la scena con il telefonino chiedeva l’intervento della polizia. Gli insulti a sfondo razziale non furono anche in quel caso la prova che anche sotto la cortesia di facciata si nascondono forme di intolleranza che derivano dalla difficoltà ad accogliere il diverso da noi. Non è così per tutti, ma denigrare l’altro è sempre stato lo sport di massa preferito. Altro che il calcio!
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