Christian Gabriel Natale Hjorth ha rinunciato all’udienza del Tribunale del Riesame fissata per questa mattina. Lo hanno comunicato gli avvocati del 19enne americano accusato di concorso nell’ omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega.
Resta dunque in carcere il giovane americano, accusato dell’omicidio occorso il 27 luglio nei pressi di piazza Cavour, dove è coinvolto anche il connazionale reo confesso Finnegan Lee Elder.
“Abbiamo rinunciato perché la Procura è la seconda volta che deposita nuovi atti a ridosso del Riesame – spiega il difensore di Natale, Francesco Petrelli – Inoltre la Procura ci ha comunicato che c’è ancora attività istruttoria in corso e a noi serve tempo per analizzare i documenti agli atti con i nostri consulenti”.
Natale ha appreso oggi dei nuovi atti emersi dalle analisi del Ris che aggravano la sua posizione: le sue impronte digitali sul pannello del controsoffitto nella stanza dell’hotel “Le Meridien” a Roma dove era nascosto il coltello con cui è stato ucciso Cerciello Rega e le immagini e i video trovate nel suo telefonino dai carabinieri del Nucleo Investigativo con una grande quantità di armi e droga.
Nella relazione dei carabinieri emergono immagini e video che, secondo gli inquirenti mettono in luce un «atteggiamento spavaldo e incline all’eccesso»
Il rapporto con le armi
Secondo le rilevazioni del Nucleo Investigativo Carabinieri di Roma, nel telefono di Christian Gabriel Natale Hjorth, «sono state rinvenute numerose foto e diversi filmati che (lo) ritraggono, sia in luoghi chiusi sia all’aperto mentre maneggia delle armi», che metterebbero in luce l’«irriverenza nell’ostentarne il possesso e la disinvoltura mostrata nel maneggio».
Il rapporto con la droga
Non solo: sul telefono di Hjorth sono state ritrovate «copiose foto di narcotici e medicinali di vario tipo». Tra le immagini esaminate degli inquirenti sono emerse delle foto in cui Natale Hjorth è ritratto «o da solo, o con la sua presunta ‘ragazza’».
Nelle immagini il giovane «ostenta il possesso di ingenti somme di denaro che, correlate ad alcuni messaggi estrapolati dall’applicativo Whatsapp presente nel telefono cellulare dell’indagato, potrebbero essere comunque derivanti dai proventi della vendita dei narcotici».
Inoltre, i carabinieri hanno rilevato una «copiosa quantità di immagini» di narcotici e di medicinali: cocaina in pezzi o crack, pasticche di farmaci (presumibilmente benzodiazepine) e marijuana in pezzi, in pianta o in barattolo.
La chat con la madre
Secondo gli inquirenti «l’aspetto rilevante che emerge dalla conversazione tra l’indagato e la madre (risalente al 30 luglio 2019, ndr) è la convinzione, da parte della donna, della disonestà di suo figlio Gabriel Christian».
In particolare – si legge nel rapporto – «Hjorth afferma di aver provato dei funghi allucinogeni: “Ho provato alcuni funghi (allucinogeni) per la seconda volta nella mia vita ed ho deciso di essere onesto e dirtelo”, ma la madre lo incalza rimarcando la sua totale inattendibilità, visto che: “Sto parlando del fatto che è una cazzata che non stai ancora vendendo droghe poiché non hai un lavoro e continui a comprare cose. Cose costose. Mi menti costantemente”».
Le chiamate dopo l’omicidio
Dall’analisi del registro delle chiamate è invece emerso come Natale Hjorth abbia effettuato una videochiamata alle 03:36 del 26 luglio, poco dopo l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, e una telefonata allo zio italiano alle ore 10:55, poco prima dell’ingresso dei militari nella stanza dell’Hotel Meridien.
La sintesi della relazione su Christian Gabriel Natale Hjorth
«L’insieme dei dati sin qui esposti, sebbene parziali, – si legge nella relazione del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Roma – dimostra che Natale adora farsi fotografare e riprendere mentre maneggia delle armi. Il suo atteggiamento, spavaldo e incline all’eccesso, mal si concilia con il profilo di un ragazzo ingenuo e rispettoso delle regole».
«Altra circostanza di rilievo è rappresentata dalla sua inattendibilità, stigmatizzata dalla madre, che lo accusa di essere un abituale consumatore / spacciatore di stupefacenti, delineando la figura dell’indagato ed il suo stile di vita, confermando la tendenza a delinquere dello stesso».
«Tale aspetto – sottolineano infine i carabinieri – spiegherebbe la ragione per cui sia stato proprio Natale a tentare di acquistare la cocaina il 26 luglio 2019, conducendo lui la trattativa in prima persona».
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