Operazione Labirinto: 24 arresti Roma

Scattati 24 ordini di custodia cautelare e decine di perquisizioni a Roma. Questo i primi frutti dell’Operazione Labirinto, riguardante un giro di tangenti che, ancora una volta, lega nella Capitale il mondo della politica a quello dell’imprenditoria senza scrupoli.

Tra gli indagati, 12 sono stati condotti in carcere, mentre per altri 12 sono stati disposti gli arresti domiciliari, oltre a cinque misure interdittive con obbligo di firma. Per quanto riguarda i sequestri, le Fiamme Gialle hanno imposto i sigilli su beni immobili, conti correnti e quote societarie per il valore di 1,2 milioni di euro.

I reati contestati dalla procura di Giuseppe Pignatone e dal Nucleo Valutario della Guardia di Finanza sono associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, corruzione e riciclaggio, truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita.

Secondo le prime indiscrezioni, personaggio chiave del “sistema” era Raffaele Pizza, fratello di Giuseppe Pizza, politico calabrese ed attualmente segretario della Nuova Democrazia Cristiana. Era lui il filo rosso che legava mondo degli affari, politica ed in generale enti pubblici, tessendo una rete di interessi economici comuni, tangenti, bustarelle e riciclaggio.

Sempre secondo le prime ricostruzioni, il “tuttofare” Pizza avrebbe avuto l’appoggio di un “parlamentare dell’Ncd”, partito dell’attuale ministro dell’Interno Angelino Alfano. Tutto questo per ottenere appalti a basso prezzo, promettendo prestazioni eccellenti sulla carta ma con materiali di qualità inferiori alla media (e dunque piùà economici). A quanto pare, alcuni membri dell’associazione a delinquere si occupavano anche di fornire della falsa documentazione per la creazione di fondi su cui versare o dai quali attingere le varie tangenti.

P.M.