Dopo la vittoria nell’epica semifinale con il numero 1 del mondo, Novak Djokovic ( mai nessuna semifinale parigina si era conclusa al 16° gioco del quinto set), in una sorta di finale anticipata che si attendeva con grande interesse sin dal giorno del sorteggio dei tabelloni, tutti aspettavamo l’incoronazione ufficiale della domenica per celebrare l’ennesima impresa di Rafa Nadal. Senza nulla togliere alla sconfinata ammirazione che merita l’impegno e la determinazione di David Ferrer, il rivale e connazionale incaricato dell’improbo compito di tentare di sbarrare il passo al più forte giocatore di sempre su terra battuta. E il maiorchino, come da pronostico, ha vinto e lo ha fatto in modo anche più semplice del previsto: un 6-3 6-2 6-3 in 2 ore e 16 minuti di gioco. E via ad aggiornare le tabelle dei record: otto trionfi sul Philippe Chatrier. Mai nessuno, nella storia del tennis, era riuscito a vincere per così tante volte una singola prova dello Slam.
Staccati, a quota sette, William Renshaw, Sears, Larned, Tilden, Sampras e Federer, questi ultimi due protagonisti sul Church Road di Wimbledon. Dodicesima prova dello Slam in bacheca per il mancino iberico (raggiunto Roy Emerson e staccati due mostri sacri come Bjorn Borg e Rod Laver) che ora ha nel mirino i 14 titoli di Sampras e i 17 di Roger Federer. E, dato non meno impressionante, nove anni di fila con almeno di uno dei majors annessi. Senza contare che, festeggiato, proprio in questo torneo, l’aggancio di Federer a Pietrangeli e Vilas a quota 58 vittorie al Roland Garros, lo spagnolo ha già polverizzato questo pur ragguardevole traguardo raggiungendo quota 59 proprio in virtù della vittoriosa finale di domenica. E siamo anche a quota sette tornei vinti sin qui nel solo anno solare 2013, per lui iniziato, peraltro, solo a febbraio. Un ruolino di marcia mostruoso che il malcapitato Ferrer ( alla sua prima finale in uno Slam, raggiunta a 31 anni) non aveva le armi per arrestare. Una finale certamente più combattuta di quanto non dica il severo punteggio con molti games cruciali terminati ai vantaggi ma con Nadal che non solo riusciva sempre a piazzare lo sprint vincente ma non dava mai l’impressione di poter perdere il controllo di gioco e punteggio. Uno svolgimento già visto molte altre volte, se vogliamo, e , precedenti alla mano, con Rafa avanti ora 20-4 e 9-0 negli ultimi nove confronti diretti, con un copione già mandato a memoria: David che quasi commuove per come riesce a tenere gli estenuanti scambi con il connazionale, salvo poi cedere quando la sua cilindrata non riesce più a reggere la superiore velocità di crociera del rivale.
Un film che, per chi segue questo sport da tanto tempo, non può non riportare alla mente le innumerevoli sfide, due delle quali tenutesi proprio all’atto conclusivo del torneo parigino, tra Borg e Vilas. Scambi infiniti, grande intensità, impressione che le differenze tra i duellanti fossero minime ma poi, alla resa dei conti, punteggi nettissimi a favore dello svedese, sempre in possesso di “una palla in più”, come amava dire Ion Tiriac. No, date le premesse, non potevano proprio esserci sorprese. E neppure l’interruzione momentanea dettata dall’invasione solitaria di un contestatore della fresca legge francese sui matrimoni gay così come la pioggerellina che faceva aprire più di qualche ombrello sulle tribune, potevano correre in soccorso del pur bravo Ferrer. Resta solo da capire quanto la “macchina Nadal” possa reggere ancora all’usura senza incorrere in nuovi intoppi. Un segnale chiaro ce lo fornisce proprio il diretto interessato che ha già anticipato che giocherà a Wimbledon senza passare per i tornei di preparazione su erba. Proprio per scongiurare pericolose ricadute. Ma lo afferma con la tranquillità di chi sa già di essere in ampio anticipo sul personale tabellino di marcia. Nadal sa che ha bruciato le tappe dopo l’affannoso recupero e ha già messo fieno in cascina sufficiente a consentirgli di assorbire anche occasionali passaggi a vuoto che dovessero palesarsi qua e là. Ora, quindi, la sfida si trasferirà sui campi verdi inglesi dove Djokovic e il rientrante Murray cercheranno di prendersi la rivincita. Quanto a Re Roger, dopo tanti al lupo al lupo e de profundis declamati prematuramente, sembra che il viale del tramonto sia definitivamente imboccato. Proprio Wimbledon avrà il compito di dirci se lo svizzero ha ancora in serbo un ultimo colpo di coda per impreziosire ulteriormente una carriera già leggendaria. Ma questo riguarda gli altri. Non Rafa Nadal. Per lui, parla solo il presente. Quello che gli sta regalando la calma dei forti.
Ultima annotazione dedicata al nostro tennis: Errani e Vinci non ce l’hanno fatta a confermare i favori del pronostico e il titolo conquistato lo scorso anno. Fiaccate da un torneo che le ha viste protagoniste anche in singolare, hanno ceduto 7-5 6-2 alle russe Makarova-Vesnina. La seconda, cocente delusione dopo la finale persa al Foro Italico, costatale, anche in quell’occasione, un prestigioso bis.
D.P.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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