Almeno 66 persone sono morte e altre 100 sono rimaste ferite nell’ attentato suicida presso un ospedale a Quetta, capoluogo della provincia del Baluchistan, in Pakistan.
A fornire la cifra alla stampa è stato il sovrintendente medico dell’Ospedale Civile della città, Abdur Rehman Miankhel. Il bilancio dell’attacco è stato aggiornato di minuto in minuto per tutta la mattinata: le tv pakistane avevano contato addirittura più di 90 vittime, numero poi corretto dalle fonti ufficiali.
L’attentatore si è fatto esplodere all’ingresso dell’ospedale. Secondo i soccorritori, oltre all’esplosivo, avrebbe avuto addosso biglie di metallo, per provocare ulteriori danni e fit time. La sua identificazione si annuncia difficilissima, perché del corpo sono stati ritrovati solo pochi frammenti.
È il secondo attacco più grave dell’anno nel Paese del subcontinente indiano, dopo quello che ha provocato 75 vittime in un parco giochi a Lahore il giorno di Pasqua.
Tra le vittime, diciotto sono avvocati che erano accorsi in ospedale dopo l’omicidio di Bilal Anwar Kasi, il presidente dell’associazione provinciale della categoria. Negli ultimi tempi in Pakistan gli avvocati sono stati fatti oggetto di attacchi mirati: il 3 agosto scorso era stato assassinato il legale Jahanzeb Alvi, mentre a giugno scorso era toccato ad Amanullah Achakzai, Rettore della facoltà di Legge della University of Balochistan. Lo stesso Kasi aveva denunciato l’accaduto boicottando per due giorni i procedimenti penali in segno di protesta.
L’attentato di oggi è stato rivendicato dall’ISIS. Ma questo non impedisce agli inquirenti di seguire ancora tutte le altre piste più o meno plausibili, dalla vendetta dei separatisti all’attacco da parte di al-Qaeda. La provincia del Baluchistan – la più vasta del Pakistan, ma occupata in gran parte da montagne e deserti – confina con l’Iran e l’Afghanistan: la città meglio collegata con Quetta è Kandahar, oltre il confine afghano. Il governatore del Baluchistan, Sanahullah Zehri, sostiene invece di avere “prove” del coinvolgimento del RAW, il servizio di intelligence indiano.
A Quetta sono arrivati il comandante in capo dell’Esercito, Raheel Sharif, e il premier Nawaz Sharif, che dopo le condanne di rito ha dichiarato che “non permetterà a nessuno di perturbare la pace”. Intanto, però, lo stato di allerta è stato elevato in tutta la provincia e nel vicino Sindh. Il ministro dell’Interno del Baluchistan Sarfaraz Bugti ha annunciato un’inchiesta per far luce su eventuali falle nella sicurezza.
F.M.R.
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