Valentino, Carlo Verdone, Barbara D’Urso: ci sono anche loro fra i clienti dello studio legale Mossack Fonseca. Le inchieste italiane sui Panama Papers si ramificano nel bel mondo dello spettacolo e della moda.
Lo stilista, con il suo socio ed ex compagno Giancarlo Giammetti, risulta intestatario di due compagnie offshore, la Jarra Overseas e la Paramour Finance, entrambe registrate alle isole Vergini britanniche. Lo studio legale che lo assiste ha fatto notare che Valentino risiede a Londra da più di dieci anni, e quindi ha tutte le carte in regola per aprire una società con sede nell’arcipelago delle Antille, che è a tutt’oggi un possedimento della Corona britannica. Ma l’“Imperatore” della moda già in passato è finito nel mirino dell’erario: nel 2009 aveva dovuto pagare una sanzione di oltre 30 milioni di euro, e il suo nome compare nella lista Falciani, l’elenco di 130 mila correntisti della filiale di Ginevra della banca HSBC indiziati di evasione fiscale.
Verdone figura come intestatario di Athilith Real Estate, una società aperta a Panama nel 2009 e liquidata nel 2014. L’attore e regista, per bocca del suo legale, si è detto “sorpreso di essere accostato a una società con sede a Panama”, e di non avere idea dei “motivi per cui sia stata costituita”. “Carlo Verdone non è titolare di nessun conto o proprietà all’estero, neanche per interposta persona”, smentisce secco il suo ufficio stampa, e “naturalmente tutelerà la propria rispettabilità in tutte le sedi giudiziarie”.
La D’Urso, invece, risulta director (“amministratore”) di Melrose Street ltd., una società aperta dal 2006 al 2014 alle isole Seychelles. Dal 2012, i documenti contabili sarebbero custoditi presso il suo domicilio.
“La società in questione era stata aperta ai fini di un’operazione immobiliare che la D’Urso intendeva compiere all’estero”, fa sapere il suo legale, per la precisione in Costa Azzurra; ma l’operazione “non si era poi concretizzata”, e quindi la società era “sempre rimasta inattiva”.
Nel frattempo, dopo le procure di Milano e Torino, anche quella di Roma sta valutando di aprire un fascicolo per indagare su eventuali irregolarità portate alla luce dai Papers.
In Svizzera, intanto, la polizia ha perquisito la sede UEFA a Nyon e prelevato documenti relativi a un contratto sui diritti tv della Champions’ League, stipulato quando il Segretario Generale della confederazione europea era Gianni Infantino, oggi presidente FIFA. La UEFA ha confermato la “visita degli investigatori” e ha dichiarato di essersi messa “totalmente a disposizione per ulteriori chiarimenti”.
La pubblicazione dei Papers ha scatenato un terremoto giudiziario e politico anche in Francia, dove sono implicate nello scandalo figure di primo piano della vita politica come Marine Le Pen, leader del Front National, e Dominique Strauss-Kahn, ex ministro delle Finanze ed ex direttore del Fondo monetario internazionale. Attraverso il suo fondo d’investimento Leyne, Strauss-Kahn & Partners (LSK), aperto con il socio Thierry Leyne in Lussemburgo, Strauss-Kahn avrebbe aiutato clienti ad aprire società offshore – i casi noti finora sono trentuno – che a loro volta avrebbero aperto conti bancari in Svizzera, Lussemburgo e a Hong Kong.
L’attuale ministro delle Finanze francese, Michel Sapin, ha annunciato di aver reinserito Panama nella “lista nera” dei “Paesi non cooperativi” in materia di trasparenza fiscale, e ha intenzione di chiedere all’OCSE – l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico – di fare altrettanto a livello internazionale. È dello stesso avviso il Commissario UE agli Affari economici, il suo connazionale Pierre Moscovici, che si è detto “scioccato” dallo scandalo e ha spiegato:
Bisogna dire che i Paesi che non cooperano sono paradisi fiscali, dobbiamo elencarli in una lista nera comune ed essere pronti a sanzioni se non cambiano i comportamenti.
Da Panama, il presidente Juan Carlos Varela corre ai ripari: in un discorso tenuto ieri sera alla tv nazionale, ha annunciato la creazione di una “commissione indipendente di esperti” per riformare la normativa finanziaria locale nel segno della trasparenza. L’organo sarà istituito dal ministero degli Esteri per coordinare meglio la collaborazione e lo scambio di informazioni con i governi di altri Paesi.
F.M.R.
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