Non sarebbero solo le cattive abitudini degli italiani a incrementare lo spreco del pane. Sei giganti della Gdo (Grande distribuzione organizzata) sono nel mirino dell’Antitrust. Per iniziativa dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato sono state aperte sei istruttorie a carico di Esselunga, Coop Italia, Conad, Eurospin, Auchan e Carrefour, le quali sono incriminate per “comportamento scorretto ai danni” delle imprese di panificazione che riforniscono i banconi dei loro supermercati.
Su segnalazione della principale associazione nazionale di panificatori, Assipan-Confcommercio Imprese per l’Italia, l’Antitrust ha aperto le indagini per verificare se queste grandi catene adottino nei confronti dei loro fornitori una pratica sleale e dannosa nel momento in cui imporrebbe loro di riprendersi, a fine giornata, i prodotti invenduti obbligandoli a smaltirli a loro spese. In una nota del Garante viene così descritto il fenomeno: “L’obbligo di ritiro dell’invenduto rappresenta una condizione contrattuale posta ad esclusivo vantaggio delle catene della grande distribuzione e determina un indebito trasferimento sul contraente più debole del rischio commerciale di non riuscire a vendere il quantitativo di pane ordinato e acquistato”.
“Noi facciamo forniture di prodotto del quale molto spesso il 50% ci viene restituito non pagato e ci si obbliga allo smaltimento che è una cosa tragica, non solo in termini di spreco. Perché agli occhi dell’opinione pubblica diventiamo quelli che mettono in pratica lo spreco e non è vero”
dice il presidente della Assipan, ricordando che da 15 anni denunciano questa prassi che si verifica a loro esclusivo danno.
I fornai oltre a ritirare la merce invenduta dovrebbero smaltire i loro prodotti come veri e propri rifiuti alimentari in quanto ”l’interpretazione comunemente attribuita alla normativa vigente impedisce qualsiasi riutilizzo del pane invenduto a fini commerciali e persino la sua donazione a fini umanitari con un elevatissimo spreco di prodotto”, spiega l’Antitrust.
Sarà ora l’Authority a verificare se queste grandi cooperative alimentari abbiano violato il decreto legge n. 1/2012, che regola le relazioni commerciali nella filiera agro-alimentare. Esselunga si difende “Il pane da noi venduto è per il 95% sfornato direttamente nei reparti dei nostri negozi, cioè non è fornito da panificatori terzi”.
G.C.
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