“Chi è il mio prossimo?” chiede un dottore della legge a Gesù. La risposta è nella parabola del Samaritano che per strada soccorre un uomo spogliato e percosso dai briganti, scansato da un sacerdote e da un levita che pur vedendolo malridotto erano passati oltre.
Papa Francesco oggi, nella omelia della Messa mattutina a casa Santa Marta, prende spunto dal Vangelo del giorno (Luca 10,25-37) per rivolgere un invito ad essere “cristiani sul serio”, cristiani che “non hanno paura di sporcarsi le mani, le vesti, quando si fanno vicini” al prossimo, cristiani “aperti alle sorprese” e che, come Gesù, “pagano per gli altri”.
“Il Samaritano”, è l’unico che si ferma, nella Lettura, a prestare aiuto al ferito. Anche il sacerdote, quando vide il ferito “passò oltre”, senza tener conto della sua missione. Il “più peccatore – sottolinea il Papa – ebbe compassione”. Forse – ha osservato il Pontefice, secondo quanto riferisce Vatican News – era “un commerciante che era in viaggio per affari”, eppure: “Non guardò l’orologio, non pensò al sangue. ‘Gli si fece vicino, scese dall’asino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino’. Si sporcò le mani, si sporcò le vesti”. Poi lo portò in un albergo “e si prese cura di lui”.
Il Papa evidenzia che quest’uomo “non ha detto: ‘Ma, io lo lascio qui, chiamate i medici che vengano. Io me ne vado, ho fatto il mio’. No. ‘Si prese cura’”. “Questi non era un funzionario, era un uomo con cuore, un uomo con il cuore aperto”. “Tu sei cristiano? Tu sei cristiana?. Sì sì sì, vado le domeniche a Messa e cerco di fare il giusto… meno chiacchierare, perché sempre mi piace chiacchierare, ma il resto lo faccio bene. Ma tu sei aperto? Tu sei aperta alle sorprese di Dio o sei un cristiano funzionario, chiuso? Io faccio questo, faccio la Messa la domenica, la Comunione, la Confessione una volta l’anno, questo, questo… Io sono in regola: questi – ha sottolineato Papa Francesco riferendosi a coloro che parlano della loro fede in questo modo – sono i cristiani funzionari, quelli che non sono aperti alle sorprese di Dio, quelli che sanno tanto di Dio ma non incontrano Dio. Quelli che mai entrano in stupore davanti a una testimonianza. Anzi: sono incapaci di dare testimonianza”.
L’esortazione di Papa Francesco è per tutti, “laici e pastori”, è l’invito a domandarsi se siamo cristiani aperti a quello che il Signore ci dà “ogni giorno”, “alle sorprese di Dio che tante volte, come questo Samaritano, ci mette in difficoltà”, oppure siamo cristiani funzionari, facendo ciò che dobbiamo, sentendoci così “in regola” e rimanendo poi costretti nelle medesime regole.
Francesco esorta proprio a soffermarsi sul passare “oltre”. Si tratta – osserva – di due “funzionari” che, “coerenti” con l’esserlo, dissero: “non tocca a me” soccorrere il ferito. Invece chi “non passa oltre” è il Samaritano, “che era un peccatore”.
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