Da ieri sera un fiume di lacrime e preghiere per una città, Parigi, e una nazione, la Francia, che non è più la stessa dopo che un furioso incendio ha devastato la Cattedrale di Notre-Dame, cuore della cristianità francese e tra i simboli più conosciuti della cristianità europea. Migliaia di persone hanno assistito attonite al tremendo rogo, molte con gli occhi pieni di lacrime, in tanti hanno intonato canti mentre altri si sono inginocchiati in preghiera. La preghiera è “la migliore arma che abbiamo, la più grande forza della Chiesa”, ha ricordato più volte papa Francesco, “una chiave che apre il cuore di Dio” e calma l’angoscia di chi la pronuncia. Quella di ieri probabilmente voleva essere una richiesta diretta, immediata, affinché cessasse d’un colpo quello scempio. Lo scempio di vedere andare in fumo la cattedrale più preziosa per i parigini e non solo.
A “Nostra Signora di Parigi”, con i suoi ottocento anni di storia e le diverse vicissitudini che ne hanno prescritto nel tempo diversi restauri, si sono ispirati molti artisti: dal giovane e ancora sconosciuto Victor Hugo che le dedicò nel 1831 il romanzo storico “Notre-Dame de Paris” che ebbe un successo immediato – tutto il mondo si appassionò alla storia d’amore tra Quasimodo, il gobbo campanaro, e la bellissima zingara Esmeralda – al cantautore Riccardo Cocciante che portò in scena la stessa opera in versione musicale. Era il 1998 e il consenso inaspettato del pubblico spinse gli autori ad esportare lo spettacolo, oltre che all’interno dell’Europa anche in Russia, Corea del Sud, Stati Uniti e Canada.
La cattedrale di Parigi, la seconda chiesa più visitata d’Europa dopo San Pietro, a Roma, è sorta dopo il 1160. Fu il vescovo Maurice de Sully a proporne la costruzione: serviva una nuova e più ampia cattedrale, risultando quella di Santo Stefano in rovina e la chiesa di Nostra Signora insufficiente per la popolazione in crescita. La città, infatti, oltre ad essere diventata con Filippo I capitale del regno di Francia, era anche un importante centro economico e culturale. Vennero quindi demolite le due chiese di Santo Stefano e di Nostra Signora e la prima pietra venne posata alla presenza di papa Alessandro III. La scelta dello stile gotico non fu casuale dal momento che in Francia si era già affermato con la basilica di Saint-Denis e le cattedrali di Sens , di Noyon e di Laon.
Oggi tutto il mondo piange per Notre-Dame, da Donald Trump a Sadiq Khan ad Angela Merkel: i grandi del pianeta si stringono attorno a Parigi.
Papa Francesco ha inviato un telegramma all’arcivescovo di Parigi, mons. Michel Aupetit: “Mi associo alla tua tristezza, così come a quella dei fedeli della tua diocesi, degli abitanti di Parigi e di tutti i francesi”, scrive il Pontefice auspicando che “possa ridiventare, grazie al lavoro di ricostruzione e alla mobilitazione di tutti, splendido scrigno nel cuore della città, segno della fede”, “patrimonio architettonico e spirituale di Parigi, della Francia e dell’umanità”.
Già questa mattina in un tweet il direttore della Sala Stampa vaticana, Alessandro Gisotti, aveva scritto che “Il Papa è vicino alla Francia, prega per i cattolici francesi e per la popolazione parigina sotto lo shock del terribile incendio che ha devastato la cattedrale di Notre-Dame. Assicura le sue preghiere per tutti coloro che cercano di far fronte a questa drammatica situazione”.
“Addolorati per le fiamme che bruciano la cattedrale di Notre Dame”, i vescovi italiani hanno inviato “un abbraccio fraterno all’arcivescovo di Parigi, Michel Aupetit, e a tutti i fedeli della città e della Francia intera”, assicurando le loro “preghiere per i fratelli francesi” che “si uniscono a quelle dei molti che, in queste ore, vedono bruciare 800 anni di patrimonio comune della fede. È un momento molto triste per tutti”.
Notre-Dame è forse il più importante fra i patrimoni dell’umanità in Francia. Per questo Audrey Azoulay, direttore generale dell’Unesco, ha fatto sapere di provare “grandissima commozione di fronte a questo drammatico incendio a Notre Dame, patrimonio mondiale dal 1991. L’Unesco segue da vicino la situazione e si tiene al fianco della Francia per salvaguardare e riabilitare questo patrimonio inestimabile”. In un tweet, il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha scritto che “Notre-Dame di Parigi è Notre-Dame di tutta l’Europa. Siamo tutti con Parigi oggi”. Solidarietà anche dal sindaco di Londra, Sadiq Khan: “Scene devastanti della cattedrale di Notre Dame in fiamme. Londra, per sempre amica, soffre oggi con Parigi”.
Tutto il mondo è attonito di fronte a un incendio che sta divorando il cuore della Francia.
“Ho avuto un grido di orrore. Per un parigino, Notre Dame è una sorta di evidenza”. E’ la dichiarazione di monsignor Éric de Moulins-Beaufort, 57 anni, arcivescovo di Reims, teologo, eletto l’11 aprile presidente della Conferenza episcopale francese, riportata dal quotidiano cattolico La Croix.
“Sono stato ordinato in questa Cattedrale. Questo luogo rappresenta tanti eventi”. E continua: “Conservo un grande ricordo del raduno davanti alla Cattedrale dopo gli attacchi al Bataclan nel novembre 2015. Sono stato davanti alla Cattedrale questo pomeriggio. Questo dramma ci ricorda che niente su questa terra è fatto per durare per sempre. Penso molto alla diocesi di Parigi. La Messa del crisma non potrà essere celebrata. E’ una parte della nostra carne ad essere stata sfregiata. Ma spero che questo creerà un nuovo slancio, un movimento universale”.
La cattedrale ha ospitato alcuni dei momenti più importanti della storia del Paese, come l’incoronazione di Napoleone Bonaparte e la beatificazione di Giovanna d’Arco. E poi, ancora, messe per la morte dei presidenti De Gaulle, Pompidou e Mitterand. Nel 2013, lo scrittore e storico vicino all’estrema destra Dominique Venner la scelse per il suo scioccante addio: sparandosi un colpo vicino all’altare.
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