Si allarga la platea di chi potrà accedere all’Ape agevolata. Disoccupati, disabili e chi svolge attività particolarmente faticose come maestre, operai edili e alcune categorie di infermieri, potranno usufruire dell’assegno di pensione anticipata con una parte del costo a carico dello Stato, a patto che abbiano un reddito inferiore ai 1.350 euro lordi. L’Ape agevolata entrerà in vigore il primo maggio del 2017.
Questo è quanto riferito dal segretario confederale della Uil, Domenico Proietti alla fine dall’incontro di oggi con il Governo. Si vanno così definendo le linee guida del pacchetto pensioni, voce importante nella legge di Bilancio, già precedentemente tracciate nell’incontro del 28 settembre tra sindacati ed esecutivo.
Per andare in pensione in anticipo bisogna aspettare 10 anni in più. Diversamente da settembre, per accedere all’Ape agevolata bisognerà avere almeno 30 anni di contributi se disoccupati e 35 se si è lavoratori attivi invece che i 20 precedentemente annunciati. “Il governo Renzi si rimangia la parola: 30 anni di contributi invece di 20 per l’Ape social. Gli antibiorici a Matteo Renzi non fanno effetto” replica la Cgil su Twitter.
Nelle categorie interessate dall’assegno pensionistico anticipato vi sono anche macchinisti e autisti di mezzi pensanti ma la lista dei lavori usuranti è ancora da completare, afferma il sindacalista. Inoltre la Uil sta ancora discutendo su un possibile innalzamento del tetto di reddito lordo (1350 euro) oltre il quale non si potrà accedere all’Ape agevolata.
A chi deciderà di andare in pensione in anticipo avrà a disposizione una parte dei contributi necessari tramite un prestito bancario assicurato che il lavoratore restituitirà a rate (4,5-4,6% per ogni anno di anticipo sulla pensione) nell’arco dei 20 anni successivi. Proietti ha spiegato che il governo stanzierà delle risorse per questa misura, dato che il 4,5% annuo non copre il costo degli interessi dell’assicurazione e di una parte del capitale del prestito pensionistico.
Il segretario generale di Uil ha poi confermato l’impegno del Governo di togliere la penalizzazione (che sarebbe dovuta tornare nel 2019) per chi va in pensione prima dei 62 anni.
Nessun marcia indietro per il bonus ai lavoratori precoci, cioè coloro che hanno versato almeno 41 anni di contributi, ossia 12 mesi di contributi versati prima dei 19 anni se disoccupati o se parte delle categorie previste per l’Ape social (lavoratori edili, maestre d’infanzia, alcune categorie di infermieri, etc). Per loro, l’accesso all’assegno pensionistico anticipato è gratuito, senza costi o prestiti da restituire allo Stato.
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