E’ stato approvato all’unanimità dal Consiglio dei ministri il disegno di legge ‘Salvamare’ che abilita i pescatori a svolgere anche il ruolo di ‘spazzini’ del mare, senza il pericolo di incorrere in sanzioni per traffico illecito di rifiuti. Le plastiche ed altro materiale tirato sulla barca con le reti sarà portato nei porti dove verranno all’uopo allestiti dei punti di raccolta.
“Iniziamo a ripulire il mare dalla plastica e lo facciamo con degli alleati eccezionali, dei ‘fratelli’ potrei dire, i pescatori, che conoscono il problema meglio di tutti perché’ ogni giorno tirano su le reti raccogliendo spesso altrettanta plastica rispetto al pescato”. Così scrive su Facebook Sergio Costa, ministro dell’Ambiente.
“I pescatori potranno finalmente portare a terra la plastica accidentalmente finita nelle reti – spiega Costa- Finora erano costretti a ributtarla in mare perché altrimenti avrebbero compiuto il reato di trasporto illecito di rifiuti, sarebbero stati considerati produttori di rifiuti e avrebbero dovuto anche pagare per lo smaltimento”.
Ma non è tutto, perché ai pescatori spetterà un certificato ambientale e, ancora, “a loro filiera di pescato sarà adeguatamente riconoscibile e riconosciuta”. I rifiuti, una volta raccolti, saranno potranno essere portati nei porti dove saranno allestiti dei punti di raccolta.
Costa sottolinea che il Mediterraneo “è particolarmente ‘infestato’ dalla plastica, visto che si tratta di un mare semichiuso”: tartarughe, uccelli marini, balene e delfini scambiano la plastica per cibo e muoiono per indigestione o soffocamento. “Tutto questo deve finire – ha ammonito il ministro – L’Italia, che è bagnata per due terzi dal mare, vuole essere leader nella soluzione e di questo dobbiamo essere tutti orgogliosi”.
“Con la #SalvaMare si inizia (si perché è solo l’inizio) a ripulire il mare dalla plastica. Ho una grande gioia che voglio condividere con voi, ieri sera è stato approvato all’unanimità dal Consiglio dei Ministri il disegno di legge Salvamare al quale tanto ho lavorato e di cui vi ho parlato già. La legge “adesso va in Parlamento- conclude Costa- e faccio un appello a tutti i parlamentari perché facciano presto, bisogna votare subito questa legge”.
Otto milioni di tonnellate di plastica che finiscono in mare ogni anno, l’equivalente di un camion della spazzatura al giorno che rovescia il suo contenuto nel mare. Entro il 2050 il peso di tutta la plastica presente negli oceani supererà il peso di tutti i pesci del mare. E’ un’emergenza che non può essere sottovalutata se non vogliamo decretare la fine di questo pianeta: poiché tutti abbiamo le nostre responsabilità, tutti dobbiamo fare qualcosa per salvarlo.
Perché la plastica è la grande nemica dei nostri mari: perché pur essendo un materiale molto utile e anche molto resistente, destinato a durare per centinaia di migliaia di anni. L’utilizzo principale che ne facciamo è l’usa e getta. Ed è proprio questo il problema: la plastica non si biodegrada mai. Non ha una scadenza, ma l’emergenza sì. Ecco perché serve l’impegno di tutti.
Dall’India a Santo Domingo fino alle Filippine i detriti di plastica si accumulano sulle spiagge portati dalle onde e formano immense isole in mezzo al mare.
Anche nel Mediterraneo la situazione è grave. Basta andare su una spiaggia italiana in una giornata d’inverno, quando nessuno è passato a ripulirla, per rendersi conto di quello che porta il mare tutti i giorni.
A.B.
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