Pesci nel Mar Morto: presagio negativo, come diceva Ezechiele?

Un fotografo israeliano è riuscito a immortalare in una foto l’impensabile. Che ci fossero segni di vita nel Mar Morto, la grande pozza d’acqua salata situata nella depressione più profonda della Terra  (423 metri sotto il livello del mare),  alcuni ricercatori lo avevano già reso noto. Nel 2011 una ricerca nelle doline di acqua dolce, aveva dato per certo l’esistenza di numerose forme di vita batterica sul fondo del lago. Ma la foto scattata dall’israeliano Noam Bedin lascia completamente di sasso.

L’immagine ritrarrebbe infatti pesci che nuotano.  Evento talmente incredibile – la caratteristica di quell’acqua con una salinità del 37% a causa della forte evaporazione non lascia praticamente spazio a forme di vita, ad esclusione dei batteri – da essere interpretato in chiave profetica, mistica, come è scritto nella Bibbia un giorno dell’acqua proveniente dall’est avrebbe ricoperto tutta la regione, riportando la vita nel mare e nel deserto circostante:

“Mi disse: «Queste acque escono di nuovo nella regione orientale, scendono nell’Araba ed entrano nel mare: sboccate in mare, ne risanano le acque.Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il fiume, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché quelle acque dove giungono, risanano e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà“. (Ezechiele 47:8-9)

e ancora: “Lungo il fiume, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui fronde non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina” (Ez. 47:12).

Per il profeta Ezechiele tutto questo era presagio oscuro in quanto anticipava la fine del mondo.

Anche volendo discostarsi dalla visione mistica di questo evento il concetto non cambia. Il messaggio sembra chiaro: se l’uomo non intende salvaguardare il mondo che lo circonda, la fine del mondo non sembra poi così lontana.  La realtà comunque fa trapelare un’altra verità, più scientifica. Ad aver portato questi pesci nel bacino, è stato l’abbassamento del livello dell’acqua. E’ su questo che Bedin cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica:

“Il Mar Morto offre scenari spettacolari grazie alle sue costruzioni di sale, ma ogni giorno perde l’equivalente di 600 piscine olimpiche di acqua, una vera e propria catastrofe ambientale. La prossima generazione non potrà godere del Mar Morto come lo conosciamo oggi”.

In due anni di ricerca il giornalista ha documentato i cambiamenti e i fenomeni geologici del lago, organizzando tour in barca per educare i visitatori sullo stato dei cambiamenti del bacino. Il Mar Morto è frutto di un passato che ha visto fiumi e torrenti riversare le loro acque dolci nel bacino, acque che, evaporando, rilasciavano sul suolo sali minerali disciolti che man mano si accumulavano. L’accumulo di questi minerali ha impedito la sopravvivenza di forme di vita più grandi come i pesci.
Per raccogliere acqua potabile dal fiume Giordano però, le autorità di Amman negli anni cinquanta, avevano deciso di deviare il corso del fiume causando un drastico abbassamento del livello dell’acqua del lago. Abbassamento che continua a progredire per oltre un metro l’anno.

G.C.