Pirozzi, lo scarpone marcia sulla Pisana

A tre giorni dalla consegna delle liste con nomi e simboli dei candidati che concorrono alle prossime politiche e regionali del 4 marzo, nel Lazio si rafforza il nome di Sergio Pirozzi, già dalla metà di novembre in corsa con la sua lista civica dello scarpone, a capo della coalizione di centrodestra. Probabilmente con la formula del ticket,  ma l’altro nome è ancora da definire .

Quel che è certo è che il sindaco di Amatrice non fa passar giorno senza ribadire che non intende ritirarsi dalla corsa per il posto di governatore della regione Lazio, ancora per poco tempo nelle mani del Pd con Nicola Zingaretti. E l’investitura di Pirozzi come candidato del centro destra potrebbe arrivare già oggi. Sul suo nome sembrerebbero convergere a questo punto sia Berlusconi che, obtorto collo, Fratelli d’Italia, l’unica forza politica che lo ha realmente osteggiato: su un quotidiano romano parla oggi Rampelli, capogruppo FdI alla Camera, che di Pirozzi critica la mancanza di umiltà: “A Sergio manca l’umiltà”, riferendosi alla decisione del sindaco di Amatrice, presa già due mesi fa, di partire solo con la sua lista civica per l’avventura delle regionali. E riferendosi alla possibilità di un flop come per le comunali del 2013, quando a Roma ci furono due concorrenti per il centro-destra: Giorgia Meloni e Alfio Marchini, che contribuirono a decretare la vittoria dei Cinque Stelle con Virginia Raggi, Fabio Rampelli dichiara nell’intervista che “se ci fosse quella sana umiltà di chi viene dal mondo dello sport, questo rischio non ci sarebbe e comunque non ci sarà perché nelle elezioni romane la coalizione era spaccata mentre alle regionali sarà unita”.  “Poi, se qualcuno ballerà da solo – aggiunge- se ne assumerà per intero la responsabilità”. Un avvertimento che Sergio Pirozzi, se vorrà, dovrà tenere a mente.

La Lega con Matteo Salvini è stata l’unica a mostrare da subito il suo consenso al battitore libero che scende dalle montagne. C’è quindi da attendere, oggi o al più tardi domani,  il risultato dell’ennesimo sondaggio commissionato dall’ex Cav. Poi, finalmente, si scioglierà il nodo della candidatura nel Lazio per il centrodestra. Sperando, appunto, che non vi sia una replica di quanto successo alle scorse amministrative per Roma.

Intanto Pirozzi continua con il suo ormai popolare refrain “non mi ritiro”. Non si ritira e va avanti come un treno nonostante quel che si dice di lui: “Prima ero il sindaco montanaro inadeguato a guidare la Regione Lazio. Poi ero il candidato con i fascisti accanto. Poi sono diventato ‘Zingarozzi’, il comunista travestito da uomo di centrodestra, che vuole aiutare Zingaretti. Adesso sembra che sono di nuovo fascista, con il busto del duce anche in bagno, e i veri amici di Zingaretti mi attaccano. Domani chissà. Con me viene usato lo stesso metodo usato ossessivamente per ventiquattro anni con Silvio Berlusconi che per i suoi avversari, soprattutto a sinistra ma anche a destra, è sempre stato descritto come il male assoluto. Mancava solo che gli attribuissero l’incendio di Roma o l’omicidio di Kennedy”. “Chi teme la popolarità e la diversità rispetto alla politica tradizionale reagisce così – ha detto ancora Pirozzi  – La mia ossessione invece è risolvere i problemi della gente del Lazio. Evidentemente chi ha solo l’ossessione dell’avversario, non è interessato ai problemi reali. Ma i cittadini ormai lo sanno”.