E’ ufficiale. Sergio Pirozzi il sindaco “del fango” scende in campo. Oggi a Roma, in una sala gremita di giornalisti, il primo cittadino di Amatrice ha presentato la sua candidatura e il suo simbolo, senza (per il momento) nessuna coalizione a sostenerlo. “Sono qui a spiegarvi perchè ho fatto questa scelta – esordisce Pirozzi- né per bramosìa di potere, né per fare gli interessi di pochi”. “Ho scelto di correre per le regionali per dare voce ai territori, ai sindaci, alle associazioni (soprattutto quelle del volontariato), alle piccole aziende familiari, ai professionisti, agli ultimi: come le donne disoccupate, i portatori di handicap e tutti i dimenticati dalle stanze del potere”, spiega ancora Pirozzi. “Io e la mia squadra saremo il collante che manca tra le istituzioni e la realtà, ogni fine settimana ci recheremo nelle periferie dei territori per ascoltare le esigenze della gente e fare un percorso all’unisono con le loro proposte”. A chi gli chiede chi sarà nella sua squadra il sindaco risponde: “Sui nomi stiamo ancora lavorando, posso però anticiparvi che saranno persone oneste, capaci e soprattutto coraggiose, senza padrini e padroni, con l’unico scopo di ascoltare e fare del bene alla comunità. Tanto per dirvene una – prosegue il candidato – tutti i mesi ognuno degli eletti dovrà versare mille euro in favore delle associazioni di volontariato”. “Ho incontrato tante voci da quella tragica sera del terremoto, ma quasi tutte isolate, fuori dal coro. Persone che nella loro quotidianità hanno lasciato e lasciano un’impronta: chi con il proprio lavoro, chi facendo volontariato, chi prendendosi cura dei propri anziani. Ogni giorno ognuno fa qualcosa per gli altri, lasciando il segno del proprio passaggio”. E non a caso il simbolo del suo partito è proprio un’orma, quella di uno scarpone, simbolo di fatica, coraggio e voglia di andare avanti, e Pirozzi non mostra incertezze neppure quando un giornalista gli chiede se farebbe un passo indietro in vista di un nuovo candidato unitario del centro destra. “ Il mio è un no categorico, sono pronto a continuare e a vincere, perchè così sarà. I partiti potranno candidare chi vogliono, io continuerò la mia corsa sempre con il sorriso e lo spirito libero che mi contraddistingue”. Un messaggio molto chiaro per i leader di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, questi ultimi due abbastanza tiepidini rispetto alla sua candidatura, ai quali oggi Pirozzi fa sapere di essere pronto a ballare e correre da solo. Un dado politico tratto che potrebbe avere conseguenze di non poco conto sulla corsa alla guida della regione Lazio. E proprio dal centrodestra è arrivata oggi la stoccatina di Berlusconi che ha dichiarato alla stampa di non conoscere il candidato Sergio Pirozzi. “E’ vero, non ci conosciamo, ci siamo sentiti una volta dopo il terremoto di Amatrice e poi nessun altro contatto. Al contrario ho chiamato Letta, Meloni e Salvini per metterli al corrente della mia decisione”. Riguardo la sua terra Amatrice, è pronto a non abbandonarla mai: “ Vado in regione per essere ancora più incisivo, non solo per la mia città ma per tutte quelle che sono nella stessa situazione, che ancora oggi, dopo tante passerelle e promesse, rimangono in piena emergenza”. E’ un uomo diverso Sergio Pirozzi da quella maledetta sera che ha fatto 249 vittime: “Ho vissuto due vite – confessa – ho conosciuto la sofferenza vera dei miei concittadini, ho scavato nel fango insieme a loro, ho pianto e combattuto per la mia comunità. Non mi sono mai tirato indietro, ho fatto sentire forte la mia voce in ogni stanza del Governo. Io che ho avuto per amico il dolore, ho capito che bisogna sempre aiutare chi sta nella sofferenza, lasciare un segno del nostro cammino in questa vita. Donando e sorridendo sempre”.
Benedetta Ferrari
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