Elezioni 2018. Otto settimane al voto, sia per le politiche sia per le regionali tanto attese nel Lazio e in Lombardia, ma c’è solo confusione e una grande approssimazione in materia di temi e proposte. Anzi, la confusione aumenta con il passare dei giorni. Anche se di certo c’è la data del 19 gennaio, quando i partiti o le coalizioni pronte inizieranno a depositare lista e logo. Quelli meno pronti avranno tempi fino al 21 del mese.
La corsa, al momento, è solo a chi le spara più grosse: abolizione delle tasse universitarie, abolizione del canone Rai, abolizione della legge Fornero e cancellazione del Jobs Act, Tutte proposte che qualora dovessero diventare programma di governo, o futuri interventi legislativi, costerebbero allo Stato non meno di 16 mila miliardi di euro. Un’utentica mina in grado di far saltare non solo i conti pubblici, già pesanti, del nostro Paese ma anche il patto di stabilità da noi sottoscritto con l’Unione europea. Un computo che non tiene conto del reddito di cittadinanza che sotto diverse vesti sembra in procinto di essere adottato un po’ da tutti.
Al limite del demenziale la proposta del leader della Lega Matteo Salvini che avverte: “Cancelleremo norme Lorenzin. Vaccini sì obbligo no. E via la tassa assurda sulle sigarette elettroniche”.
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