Tornano a casa tre importanti affreschi romani del I secolo a.C., trafugati nel lontano 1957 e recuperati negli Stati Uniti dai carabinieri del nucleo tutela patrimonio artistico. Il materiale era stato rubato negli uffici della Soprintendenza archeologica di Pompei sessant’anni fa circa. Attraverso canali clandestini, attivi da sempère nei confronti dell’immenso patrimonio artistico nazionale, erano finiti nelle mani di un magnate statunitense. Presto questi reperti incredibilmente belli sarebbero finiti all’asta. Ma il lavoro di intelligence dell’Arma ha avuto la meglio. Ed è così che queste opere d’arte uniche hanno ripreso la strada per l’Italia.
Pompei, da sempre teatro di furti e crolli, è diventata con gli anni un aumentico colabrodo cui adesso si cercerà di porre rimedio, grazie ai 110 milioni di euro che l’Ue ha stanziato in favore della città sommersa dalla lava del Vesuvio.
All’epoca del trafugamento dei tre affreschi appena ritrovati, l’Ufficio Scavi della Soprintendenza Archeologica di Pompei costudiva 6 splendidi affreschi provenienti dagli scavi della città tutti trafugati. Tre di questi furono recuperati negli anni in Svizzera, Gran Bretagna e negli USA. Gli ultimi tre rimasti sono stati ritrovati negli USA, proprietà, indebita, di un magnate americano collezionista d’arte recentemente deceduto.
Sarebbero dovuti andare all’asta, ma il nucleo Tutela Patrimonio Culturale (Tpc) dei carabinieri, coadiuvato dall’Ice (Istituto Nazionale Commercio Estero), è riuscito a recuperarli per tempo. I tre splendidi affreschi raffigurano il volto di una giovane donna con un amorino poggiato sulla spalla, una bellissima figura femminile in piedi che porta una piccola brocca e una figura maschile.
La lieta notizia di questo ritrovamento costituisce inoltre un evento particolarmente gradito al Ministero dei Beni Culturali anche perché si colloca proprio alla vigilia dell’apertura di una mostra dal titolo “Pompei e l’Europa. 1748-1943”.
La mostra, inaugurata ieri dal Ministro Dario Franceschini, durerà fino al 2 novembre 2015 e si articolerà in due siti, una parte è stata allestita presso l’Anfiteatro di Pompei, un’altra all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L’obiettivo dell’esposizione è quello di raccontare le suggestioni suscitate dal sito archeologico negli artisti lungo il corso degli anni, a cominciare dai primi scavi nel 1748 fino ad arrivare al drammatico bombardamento del 1943. La mostra celebra l’antica città vesuviana quale inesauribile fonte di ispirazione e d’interesse per storici, architetti, artisti e letterati.
Particolarmente interessante è la struttura piramidale in legno allestita all’interno dell’Anfiteatro per accogliere i 20 calchi dei corpi investiti dall’eruzione del 79 d.C., presentati per la prima volta al pubblico dopo il restauro della Soprintendenza.
In occasione dell’inaugurazione il ministro ha elogiato l’ottimo lavoro di squadra e lo spirito di collaborazione con cui è stato organizzato l’evento, sottolineando che nonostante lo scetticismo dilagante, la diffidenza e l’ostilità è stato compiuto un ulteriore passo avanti nella tutela di questo preziosissimo patrimonio culturale.
Tuttavia non si può negare che molto altro ancora resta da fare per tutelare, proteggere e rendere accessibile a tutti l’enorme valore di questo, come di molti altri siti archeologici in Italia.
V.A.
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