Iniziano gli esami di Maturità e il primo errore lo commette proprio il Miur. Oggi la prova scritta di italiano per gli studenti dei licei e si va da Calvino allo smatphone, passando per Malala e la Resistenza.
Come è ormai noto le tracce propongono diversi temi da sviluppare secondo differenti tipologie letterarie. Per l’analisi del testo è stato proposto un brano di Italo Calvino tratto dal romanzo “Il sentiero dei nidi di ragno” da riassumere e analizzare dal punto di vista del contenuto, del linguaggio e della forma. Per la redazione di un saggio breve o articolo di giornale gli ambiti tra cui scegliere sono invece tre: ambito storico-letterario, La letteratura come esperienza di vita; ambito socio-economico, Le sfide del XXI secolo e le competenze del cittadino nella vita economica e sociale; ambito storico politico, Il Mediterraneo: atlante geopolitico d’Europa e specchio di civiltà. Per quanto riguarda la tipologia di argomento storico il tema da sviluppare è la Resistenza attraverso il testo di un ufficiale dell’esercito regio condannato a morte che ripropone gli ideali risorgimentali, patriottici e anti nazi-fascista, tanto per non dimenticare. Infine per l’ultima tipologia, quella di ordine generale, ovvero l’occasione per cavarsela con dignità anche con una minima preparazione, la traccia propone il tema del diritto all’istruzione attraverso alcune toccanti citazioni di Malala Yousafzai, giovane pachistana premio Nobel per la pace nel 2014.
Sei pagine dense di contenuti, suggerimenti e orientamenti. Da Van Gogh, Dante, Borghes, Visco a Martha Nussbaum, tanti gli spunti offerti ai giovani esaminandi per redigere piccoli, grandi capolavori che andranno sottoposti al giudizio delle varie commissioni, nella speranza che queste ultime siano un po’ più competenti degli esperti che hanno elaborato le tracce. Perché in effetti una professoressa di storia dell’arte di una delle commissioni ha prontamente già rilevato un grave errore nel materiale bibliografico di riferimento contenuto nella traccia di ambito storico-letterario. Un quadro di Matisse recherebbe non solo la data sbagliata ma persino il titolo errato rispetto all’opera rappresentata. “La lettrice in abito viola” del 1898, infatti, in realtà sarebbe una lettrice in abito bianco e giallo del 1919. Una leggerezza che denota oltre che scarsa competenza soprattutto scarsa attenzione e cura rispetto ad un incarico pedagogico tanto importante quanto delicato.
Vania Amitrano
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