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Il dopo primarie fa discutere. A destra, come a sinistra. Ed il confronto tra chi ritiene questo un autentico strumento di democrazia diretta e quanti ritengono invece le consultazioni ai gazebo, “umori” condizionati da clientele e voto di scambio resta molto articolato e polemico.
Al di là del flop relativo alle percentuali di affluenza nella consultazione del Pd gli elettori hanno scelto come candidati sindaci cinque renziani, tra cui Roberto Giacchetti a Roma e Valeria Valente a Napoli. A Trieste vince Roberto Cosolini, mentre a Benevento e Grosseto vengono eletti Raffaele Del Vecchio e Lorenzo Mascagni.
La neo candidata Valente: felice per la vittoria ma serve il sostegno del Partito. «Napoli ha scelto di guardare avanti con una nuova classe dirigente – ha affermato la deputata – Grazie a tutti i cittadini. E ora tutti insieme nel centrosinistra per tornare al governo della città».
E a chi le chiede degli altri candidati, risponde: «Non li ho sentiti, ma abbiamo sempre detto che chiunque fosse stato il vincitore avrebbe avuto il sostegno degli altri e sono convinta che arriverà, perché abbiamo una grande sfida davanti». “Punto – dice la renziana- a recuperare i voti di chi si è allontanato dal Pd e a conquistare un nuovo elettorato”.
Napoli: un euro, un voto. La Valente, che ha vinto con soli mille voti di scarto, 452 voti in più rispetto al suo rivale Bassolino, non ha ancora commentato il video di Fanpage dove si vedono diverse persone che distribuiscono monete fuori dai seggi di Scampia, Piscinola e San Giovanni a Teduccio. Tra loro si riconosce anche il consigliere comunale Pd Antonio Borriello che cerca di minimizzare l’accaduto: “L’ho fatto per non essere scortese come partito. Faceva freddo, erano venuti lì, non avevano l’euro e così gliel’ho dato io, ma l’ho fatto davanti a tutti, mica di nascosto”.
Per Assunta Tartaglione, segretario regionale pd della Campania “nessuno sconto sul terreno della legalità, gli eventuali errori dei singoli saranno condannati come meritano. Questo, per, non può in alcun modo infangare la festa di democrazia che ha coinvolto a Napoli oltre 30mila cittadini».
Ma il M5S già monta e raccoglie le proteste a colpi di hashtag, come quello lanciato da Carlo Sibilia #broglieprimariePd, fino ad arrivare al tweet del deputato Gianluca Vacca che, chiamando in causa il presidente del Partito democratico Matteo Orfini tuona “Su questo video nulla da dichiarare? #UneuroUnvoto”.
“Si tratta di singoli casi da condannare fermamente – ha commentato Carpentieri, segretario pd di Napoli – ma rappresentano episodi isolati che non inficiano il voto”.
Intanto però, anche il candidato Antonio Bassolino, sconfitto ai voti dalla Valente, sembra avere tutta l’intenzione di dar battaglia: “Rispettare la libertà e la dignità delle persone è un requisito irrinunciabile della democrazia – ha scritto il deputato ed ex presidente della Campania sul suo profilo Facebook – Per questo ho presentato un ricorso sui gravi episodi avvenuti nelle primarie di domenica“.
A Roma, il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti, ha ottenuto il 63,8% dei voti contro il 28,3 di Roberto Morassut, ex assessore della giunta Veltroni. “Chiedo apertamente ai media: oscurate le polemiche e incalzateci sui programmi, fatelo per la nostra città” ha detto Giacchetti.
Il neo candidato sindaco si rivolge poi al M5S riguardo la polemica relativa al parere preventivo del Movimento sugli atti del sindaco: “La mia è stata una campagna tra le persone e di ascolto. Io risponderò ai romani e non alla Casaleggio Associati” aggiunge Giachetti.
L’ex sindaco Marino: non ho votato. “Sto terminando il mio libro – ha spiegato l’ex sindaco della Capitale – Lo devo consegnare domani alla casa editrice per andare in stampa nei prossimi giorni. E chi ha lavorato con me o mi conosce lo sa, sono pignolo: sto controllando parola per parola, virgola per virgola, nome per nome, cognome per cognome”.
A quanto pare però, non è stato solo Marino a non presentarsi ai seggi: solo nella città di Roma sono andati alle urne 45mila persone, la metà rispetto al 2013. Per Federico Fornaro, «i dati dell’affluenza alle primarie certificano un disagio che c’è ed è presente nel popolo del centrosinistra: è un disagio politico e anche di critica e di disaffezione molto preoccupante».
Più ottimista il vicesegretario Lorenzo Guerini, felice dei risultati di Napoli e mette quelli di Roma in prospettiva: “A Napoli risultato di affluenza molto positivo: 30.000 votanti contro i 16.500 dello scorso anno per le regionali, un bel segnale di partecipazione e passione. A Roma un ottimo risultato dopo tutto quello che è successo”.
Non è d’accordo la minoranza Dem. “Il dato di Roma è basso e non è né serio né consolatorio usare la formula di rito ‘mi aspettavo peggio’ senza avere prima del voto dichiarato quale sarebbe stata la soglia minima di soddisfazione”, ha polemizzato Miguel Gotor.
Per il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, soprattutto dopo lo scandalo di MafiaCapitale, “le primarie si confermano uno strumento giusto. A Roma si poteva fare di più, ma speriamo che l’entusiasmo dei candidati accenda la competizione vera”.
Laurea magistrale in Storia contemporanea presso L'Università degli studi Roma tre. Master di primo livello I mestieri dell’Editoria, istituito da “Laboratorio Gutenberg” di Roma con il patrocinio del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso “Università Sapienza di Roma”. Dopo la laurea ho svolto uno stage presso Radio Vaticana, dove ho potuto sperimentare gli infiniti linguaggi della comunicazione.
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