Privacy, Obama estende tutela agli “alleati”

Gli USA estendono la tutela della privacy anche ai cittadini degli Stati alleati. L’annuncio viene dalla Casa Bianca: il testo appena firmato dal presidente Barack Obama è stato approvato da tutto il Congresso, per una volta unito.

Secondo la legge, che porta il nome di Judicial Redress Act, il potere di far causa al governo USA si estenderà “non solo ai cittadini americani, ma anche a quelli dei paesi alleati”, nel caso in cui Washington dovesse rivelare in modo illecito i loro dati privati.

L’obiettivo della legge è ristabilire la fiducia degli Stati europei nell’amministrazione USA, gravemente danneggiata dal Datagate, lo scandalo internazionale sulle intercettazioni a tappeto messe in atto dalla NSA. Quella fiducia indispensabile per gestire diverse questioni internazionali di prima grandezza, dalla coordinazione degli interventi militari contro l’ISIS al TTIP, il trattato di libero scambio fra USA e UE sul quale i negoziatori lavorano da luglio 2013. Per ricostruirla non è bastato, nel giugno scorso, far passare lo USA Freedom Act e togliere alla NSA l’autorizzazione a registrare e conservare i dati telefonici di milioni di americani.

Più di tre anni dopo le rivelazioni dell’ex analista CIA Edward Snowden, continuano a emergere dettagli che imbarazzano la Casa Bianca. Appena tre giorni fa, Wikileaks ha rivelato che fra il 2008 e il 2011 gli 007 americani intercettavano le telefonate di stretti collaboratori di Silvio Berlusconi, allora presidente del Consiglio, e forse anche dello stesso ex cavaliere. Un trattamento analogo era riservato ad altri leader di Stati la cui amicizia con gli USA non è mai stata in discussione, come la cancelliera federale tedesca Angela Merkel o il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Ieri pomeriggio la Procura di Roma ha aperto un fascicolo – contro ignoti e senza formulare ipotesi di reato – per chiarire la dinamica dei fatti. Nel frattempo Forza Italia ha chiesto di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta.