Dopo le accalorate polemiche dei giorni scorsi, slitta a Roma il programma delle strade “a luci rosse” nell’elegante quartiere dell’Eur. Il presidente del IX Municipio, Andrea Santoro, ha dichiarato che tale progetto, che sarebbe dovuto partire tra poco più di un mese, resta in piedi, ma dovrà essere incardinato intorno al programma Roxanne e molto probabilmente non sarà attivato ad aprile, come il minisindaco aveva annunciato.
Dal Campidoglio, dopo la giunta di martedì scorso che ha affrontato la questione, fanno comunque sapere che “non si tratta di una frenata perché non è stata data nessuna accelerazione”. Come viene spiegato a palazzo Senatorio, il progetto di Santoro, dopo il confronto tra il sindaco Ignazio Marino e il minisindaco del IX municipio, per diventare reale deve essere inserito in un lavoro di rete e iniziative per il contrasto del racket e della tratta. E per farlo il Comune ha deciso di rifinanziare attraverso il bilancio 2015 il progetto Roxanne, come richiesto con forza dall’assessore alle politiche sociali Francesca Danese. Finanziamento che dovrebbe arrivare con l’approvazione della manovra in Assemblea capitolina, non ancora giunta nella Commissione competente, ma che la maggioranza conta di approvare entro inizio marzo. Insieme al progetto Roxane, che realizza attività di prevenzione e consulenza per tutti i soggetti presenti in strada (donne, uomini, trans) e di sostegno e reinserimento per vittime di tratta, il Campidoglio chiede un maggiore controllo da parte delle forze dell’ordine delle zone più abitate dell’Eur, così come degli altri quartieri interessati dal fenomeno. Per arrivare allo “zoning”, dunque, servirà una collaborazione con Prefettura e Questura. Ma è proprio il prefetto Giuseppe Pecoraro il primo ad avere stoppato il quartiere a luci rosse romano: significherebbe, ha spiegato: “ammettere la prostituzione, cioè dire che la prostituzione è lecita”. Alle parole del prefetto ricordiamo, si sono aggiunte quelle scritte su l’Osservatore Romano da suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata e presidente dell’associazione Slaves no More (Basta schiavi), in un editoriale: “Ci sconvolge questa decisione che è espressione dell’incapacità di guardare in faccia il fenomeno nella sua complessità e drammaticità, di prendere misure adeguate per contrastare il traffico, di operare, anche e soprattutto a livello culturale, contro la mercificazione delle donne per farne oggetto di possesso, di profitto o di piacere”.
Anche il Pd, dopo una riunione fiume durata oltre tre ore, ieri, ha confermato che la proposta di dedicare alcune strade dell’Eur al sesso “zonizzato” non è più un obiettivo a breve termine. E, forse, neanche a lungo termine. Dopo la retromarcia del Campidoglio durante la giunta di martedì sera, dunque, la ratifica dei parlamentari e consiglieri dem riuniti ieri al Nazareno da Matteo Orfini, presidente nazionale del partito e commissario del Pd romano. Santoro, incassato il ridimensionamento, si porta a casa comunque una vittoria: «In 4 giorni siamo riusciti a fare quanto non si è fatto in 15 anni. È stato fatto un capolavoro, dalla messa in ordine del giorno al Senato della proposta di legge contro la prostituzione alla decisione della giunta di Roma di rifinanziare il progetto Roxanne, dalle forze dell’ordine che si stanno muovendo e bene al municipio e al territorio in prima linea».
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