Prove tecniche di amicizia tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il suo collega russo Vladimir Putin. Ora che il “Sultano” ha chiesto ufficialmente scusa allo “Zar” per l’abbattimento dell’aereo russo accusato di aver sconfinato nello spazio aereo turco durante un raid contro l’ISIS in Siria, fra i due tutte le ruggini sembrano sparite. E così Erdogan ha scelto San Pietroburgo per la prima visita del dopo-golpe.
Il presidente turco è reduce da un bagno di folla a Istanbul che ha sancito il suo trionfo personale e politico dopo il tentato golpe del 15 luglio.
In piazza, nel quartiere europeo di Yenikapi, c’era almeno un milione di persone, in un tripudio di bandiere nazionali e slogan inneggianti all’unità e alla solidarietà. Al comizio hanno partecipato anche i leader di due partiti d’opposizione: Devlet Bahceli, del partito nazionalista MHP, e Kemal Kilicdaroglu, dei Repubblicani. Assente invece Selahattin Demirtas, del Partito democratico del Popolo (HDP), terza forza della Grande Assemblea Nazionale di Ankara: non è stato invitato, “reo” di simpatizzare per la causa curda.
Non una parola, né dal Sultano né dai suoi oppositori, sulle epurazioni di massa costate il posto a più di 60 mila militari, magistrati, insegnanti, ma anche giornalisti e intellettuali. L’unica volta che il presidente ha accennato alle politiche del dopo-golpe è stata quando ha confermato l’intenzione di reintrodurre la pena di morte nell’ordinamento giuridico della Turchia, “se il Parlamento la voterà”.
Puntuale come tutte le altre volte è arrivata la bacchettata della UE. Questa volta, a minacciare l’interruzione dei negoziati per l’adesione di Ankara al club europeo è stata Mina Andreeva, la portavoce della Commissione guidata da Jean-Claude Juncker.
Ma la visita a San Pietroburgo fa capire chiaramente che ora Erdogan è più interessato a coltivare i rapporti con Putin che con l’Europa dei 28. Resta da capire cosa saranno disposti a fare in concreto i governi UE per manifestargli la loro insoddisfazione per le politiche del dopo-golpe, e lo stesso discorso vale per gli alleati NATO. Dalla Russia, Erdogan potrebbe tornare con un nuovo “migliore amico” nelle relazioni internazionali, e le conseguenze economiche, politiche e strategiche di una novità del genere si possono solo ipotizzare. C’è da aspettarsi una svolta netta nella gestione della guerra civile in Siria, dove finora Russia e Turchia hanno sostenuto fazioni rivali.
“Sarà una visita storica, un nuovo inizio”, ha commentato Erdogan in un’intervista all’agenzia di stampa di Stato russa TASS. “Alle trattative con il mio amico Vladimir credo che sarà aperta una nuova pagina nei rapporti bilaterali, i nostri Paesi hanno ancora molto da fare insieme”.
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