Lo diceva Sabrina Ferilli in un vecchio spot pubblicitario. Per l’esattezza, da ‘romana de Roma’ l’attrice diceva “Quanto ce piace chiacchierà”, riferendosi alla popolazione femminile attraverso l’utilizzo del telefonino cellulare. Era infatti la pubblicità del 2007 per Wind.
Ma il piacere di chiacchierare non è tanto un problema di genere quanto una caratteristica di noi italiani. E non è solo attraverso il cellulare, apparecchio ormai sempre più sofisticato per il quale il nostro Paese detiene, almeno in Europa, il primato: maggiore concentrazione di telefonini, duplicazione, dal 2006 ad oggi, del numero di linee in postazione fissa che forniscono connessioni a banda larga a famiglie e imprese, mentre è sedici volte superiore il numero di utenti che accedono a internet in mobilità (dati Authority comunicazioni). Ma non è tutto, perché l’Italia il primato se l’è aggiudicato con 30 milioni di passaggi e con tempistiche ridotte sino anche ad un solo giorno di lavoro. Altro dato record a livello europeo è il passaggio di operatore che, negli ultimi 12 mesi, ha superato i 9 milioni.
Torniamo dunque all’argomento iniziale, a quell’atteggiamento già iscritto nel dna: una credenziale che arricchisce il nostro biglietto di presentazione e lo rende facilmente riconoscibile: italiano chiacchierone, in alcuni casi anche, ahimé, caciarone.
E questa vena conversativa sembra usiamo metterla in evidenza quando viaggiamo, anche quando la persona seduta accanto, il nostro anonimo compagno di viaggio, farebbe di tutto per non rispondere alle nostre domande.
Ma se per molti l’ idea di rimanere incastrati in una conversazione col vicino durante un volo è il peggiore degli incubi, per il viaggiatore moderno sembra non essere così, anzi pare non gli dispiaccia affatto scambiare due chiacchiere a bordo. Una recente indagine condotta dal sito di comparazione voli Skyscanner tra 10.000 viaggiatori europei ha messo in evidenza che ben l’ 80 per cento dei viaggiatori è felice di chiacchierare “sempre” o “qualche volta” con lo sconosciuto seduto accanto durante un volo.
Gli italiani in questo si sono assicurati il podio, con un terzo posto: a uno su tre (33 per cento) fa piacere conversare col viaggiatore seduto di fianco. Gli spagnoli confermano il famigerato stereotipo della “chiacchiera facile” con il 36 per cento, mentre per quanto riguarda i più loquaci di tutti – i francesi con il 44 per cento che ha sempre voglia di parlare con il passeggero di fianco – il dato va in contrasto con un precedente sondaggio condotto da Skyscanner che li indicava come una tra le popolazioni più maleducate. Dunque primi i francesi, secondi gli spagnoli e terzi gli italiani. Allora non è solo un luogo comune che le popolazioni latine siano più propense a scambiare due parole con chi non conoscono, ha osservato Caterina Toniolo, Country Manager di Skyscanner Italia. “Il sondaggio conferma questa attitudine anche in una situazione particolare e spesso di piacere come quella del viaggio – osserva – Inoltre, più della metà dei viaggiatori italiani ha comunque risposto che ‘qualche volta’ gradisce fare due chiacchiere con chi gli sta seduto di fianco”.
Chi sono i meno loquaci? Gli inglesi, of course. I risultati li indicano come i meno socievoli con soltanto il 16 per cento che gradisce di scambiare sempre due parole con il passeggero vicino. Non si discostano di molto altre popolazioni del Nord Europa: danesi 18 per cento, olandesi 19, svedesi 22 per cento.
E come si comportano i passeggeri che proprio non vogliono parlare con i loro vicini di posto? Sappiamo che hanno sviluppato alcune tattiche molto interessanti per evitare questo tipo di contatto: oltre un quarto di essi finge di dormire con addirittura un subdolo 2 per cento che fa finta di essere sordo. La tattica più popolare, che adotta oltre il 60 per cento degli intervistati è quella di leggere un libro, mentre il 30 per cento semplicemente evita il contatto visivo.
Allora, ai più loquaci che proprio non possono fare a meno di esercitare la favella anche in situazioni di ristrettezza, come su un aereo, consigliamo di scegliere quando possibile il proprio vicino di sedile tra le persone d’oltralpe più conversative, facendo quindi una selezione in base alla nazionalità. Si ricordino però di mantenere il tono della voce il più basso possibile: quanto può disturbare infatti la somma di un chiacchierone più un altro chiacchierone?
A.B.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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