La magistratura di Milano ha deciso di stringere i tempi e i margini di manovra su Fabrizio Corona, il fotoreporter milanese tornato in galera in questi giorni, per non aver ottemperato alle disposizioni dei giudici che indagavano e indagano sulle sue scorribande delinquenziali. Ieri, da ultimo, la Procura di Milano ha sequestrato, dopo la scoperta, di un tesoretto di un milione e settecentomila euro in contanti, nascosti in un controsoffitto, anche un immobile nei pressi di corso Como del valore di due milioni e mezzo di euro. A sentire l’ex moglie Nina Moric, comunque immobili e soldi nella disponibilità dell’ex fotografo (intestati ad amici e prestanome) sarebbero molti di più di quelli trovati finora.
In attesa dei prossimi, e inevitabili, a quanto pare, sequestri, facciamo qualche considerazione sul personaggio e sul mondo mass mediatico, pubblico ma soprattutto privato che ruota intorno a Mediaset che nel tentativo di proteggerlo da tempo porta avanti iniziative che assumono sempre più l’aspetto di vergognosi e grotteschi teatrini che, con l’informazione, hanno ben poco da condividere .
Il personaggio. Parlano le cronache e le sentenze per lui. Qualcuno attraverso le tv prova ancora a presentarlo come un “ragazzaccio” con qualche problema caratteriale e psicologico amante soprattutto di denaro e belle donne. Per dirla con Maurizio Costanzo, buon ultimo, Fabrizio Corona “non è un delinquente”. Queste parole dette durante il suo show serale davanti ad una madre commossa e ammiccante che da tempo, su giornali e tv, difende le “stranezze” del figlio cercando consensi in giro per evitare a Corona le conseguenze giudiziarie delle sue sciocchezze, fa sorridere e arrossire di rabbia.
Il re dei salotti che da quarant’anni inonda l’Italia di bolsa ipocrisia e saggezza d’accatto sa benissimo chi è il personaggio Corona. Ma di fronte alla sovranità dello share si può anche sacrificare la verità, quella processuale ovviamente. Il personaggio Corona è ben altro, molto di più del guappo di cartone e dell’arrogante che pensa di fregare tutto e tutti convinto che la ruota della fortuna giri sempre in suo favore.
Ricattatore, bancarottiere, evasore fiscale, furbissimo manipolatore, personaggio “socialmente pericoloso” per di più in odore di mafia. Corona ha accumulato tredici anni e mezzo di condanne definitive salvo poi fuggire all’estero quando se ne è presentata l’occasione con grande soddisfazione degli organizzatori e dei comprimari dei teatrini mediatici dove ogni sforzo era teso a convincere l’opinione pubblica degli aficionados dei talk show, della presunta redenzione del giovin signore reo soltanto di fare bravate da perfetto balordo.
Dopo una improvvida e sconcertante scarcerazione i giudici hanno finalmente scelto la linea dura. E noi aggiungiamo che la speranza della gente onesta è che personaggi del genere restino in galera: a scontare quello che secondo legge e buonsenso devono scontare. Però una domanda a Maurizio Costanzo non la si può non fare: cosa bisogna fare, nella vita, per guadagnarsi la legittima patente di “delinquente”?
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