Sono bastati appena due giorni dalla nomina dei 35 saggi chiamati a vigilare sulle riforme costituzionali che il governo Letta dovrà varare che già uno, o meglio una di loro, minaccia di andarsene.
La giurista Lorenza Caldassare, intervistata da Radio Radicale, non cerca di mitigare i toni e dipinge un quadro allarmante.
“Il presidenzialismo all’americana non lo vogliono perché lì i poteri del presidente sono davvero limitati dal Parlamento e dal potere giurisdizionale, e allora c’è l’idea del semipresidenzialismo che vedono come un filone che può potare la concentrazione dei poteri in una persona sola, questa è l’aspirazione”. E aggiunge: “A questa aspirazione autoritaria io non ci sto e quindi la mia idea sarebbe di portare la mia voce dissidente, ma forse ho sbagliato ad accettare perché questa voce dissidente non avrà alcuno spazio”.
Lorenza Carlassare sostiene che le “riforme costituzionali assolutamente indispensabili” sono altre. In primis c’è la questione del “giudizio sulle elezioni” che non andrebbe dato ad “una commissione parlamentare, ma dalla Corte costituzionale, altrimenti è inutile che facciano buone leggi sull’ineleggibilità quando poi a giudicare è chi dovrebbe essere valutato. Non mi vorrei sottrarre all’idea che si possano fare dei mutamenti specifici e puntuali, ma che non devono toccare l’essenza liberaldemocratica della nostra Costituzione”.
La costituzionalista solleva quindi il tema dei “checks and balances“, ovvero dei controlli e dei contrappesi rispetto ad un potere politico concentrato nella figura di un presidente: “La nostra è una democrazia costituzionale e vorrei che restassero saldi entrambi i punti, democrazia e costituzionale, che vuol dire un sistema di limiti al potere e di limiti alla maggioranza. Temo che questa non sia l’intenzione”.
Carlassare conclude l’intervista affermando di essere totalmente contraria a “cambi alla forma di governo, perché non si possono scaricare sulla Costituzione le incapacità della classe politica, i partiti hanno perso la bussola e hanno dimenticato tutto quello che c’è nella Costituzione e che in qualche modo già segnava un programma. Io vorrei che la attuassero”.
C.D.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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