Inizia oggi per la sindaca di Roma Virginia Raggi, il processo d’appello sul caso Marra. L’accusa dei pm, che hanno impugnato l’assoluzione in primo grado, è falso in atto pubblico per coprire il suo ex braccio destro Raffaele Marra nella promozione del fratello Renato. In teoria oggi stesso si potrebbe arrivare alla sentenza, ma non è escluso che il collegio o la procura generale riaprano l’istruttoria.
Un tegola che a poco più di 6 mesi dalle elezioni per il rinnovo della carica istituzionale di sindaco di Roma: Virginia Raggi ha infatti deciso di ricandidarsi e una condanna la costringerebbe a revocare la sua decisione. Inoltre per i Cinque Stelle il momento non è propizio, considerato che la sindaca di Torino Chiara Appendino per problemi giudiziari ha deciso di rinunciare al secondo mandato. Per il Movimento il pericolo imminente è di perdere ben due poltrone importanti.
Nel novembre del 2018 Raggi su assolta in primo grado ma il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Francesco Dall’Olio avevano fatto appello. Virginia Raggi dichiarò all’Anticorruzione di avere deciso lei della promozione di Marra alla guida della Direzione Turismo, sapendo bene, invece, che l’iter era stato curato dal fratello Raffaele, all’epoca capo delle risorse umane. Il giudice di primo grado, pur riconoscendo il falso, aveva stabilito che “non costituiva reato” perché Raggi non sapeva di mentire, perché mancava l’elemento soggettivo.
Secondo l’aggiunto Paolo Ielo e il pm Francesco Dall’Olio, che avevano chiesto la condanna della sindaca a 10 mesi di reclusione, la Raggi non fu vittima di “un raggiro ordito ai suoi danni” da parte dei fratelli Renato e Raffaele Marra. Quest’ultimo, dopo essere stato vice capo di Gabinetto del Comune, era stato messo alla guida del Dipartimento Risorse Umane. Renato, invece, da semplice vigile urbano ottenne una promozione e un aumento di stipendio di 20 mila euro.
La sindaca, sebbene fosse convinta di non dover più tornare in tribunale, difesa dagli avvocati Emiliano Fasulo e Alessandro Mancori affronta oggi questo nuovo processo davanti alla seconda sezione penale di Roma. Nel 2018, dopo essere stata assolta, aveva dichiarato:“Questa sentenza spazza via due anni di fango: andiamo avanti a testa alta per Roma, la mia amata città e per tutti i cittadini”. E, infine, su Facebook, aveva scritto: “Assolta. Con questa parola il Tribunale di Roma, che ringrazio e rispetto per il lavoro svolto, ha messo fine a due anni in cui sono stata mediaticamente e politicamente colpita con una violenza inaudita e con una ferocia ingiustificata”. Per poi concludere: “In questo momento ho mille pensieri ed idee che vorrei condividere. Umanamente è stata una prova durissima ma non ho mai mollato”.
L’udienza del processo di appello era stata fissata al 16 marzo 2020, ma con il lockdown causa Covid-19 è stata rinviata al 19 ottobre.
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