La commissione di Vigilanza ha eletto i sette nuovi membri del Cda Rai. Domani il Governo indicherà i nomi di Direttore generale e Presidente, assicura il premier Renzi.
Si tratta di: Rita Borioni (storica dell’arte), Guelfo Guelfi (presidente del Teatro Puccini di Firenze), Franco Siddi (ex segretario Fnsi, sindacato dei giornalisti), Paolo Messa (direttore del Centro studi americani), Carlo Freccero (ex direttore di Rai 2 e Rai 4), Arturo Diaconale(direttore del giornale l’opinione della libertà e presidente del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) e Giancarlo Mazzuca (direttore de Il Giorno ed ex direttore del Resto del Carlino).
Il Pd aveva proposto Franco Siddi, Rita Borioni, Guelfo Guelfi. Paolo Messa era sostenuto da Ap. Si svolgerà domani sera, anticipandola di un giorno, la riunione della commissione di Vigilanza per la ratifica a maggioranza dei due terzi sul presidente della Rai.
A livello di contenuti, la rete pubblica passerà per due grandi binari, quello dell’informazione e della fiction, almeno secondo Carlo Freccero, che risponde anche alle polemiche delle opposizioni: “Non sono del Movimento Cinque Stelle e la cosa più interessante stamattina è stata proprio leggere sul blog di Beppe Grillo che nessun filo mi ha legato e mai mi legherà a M5S. L’idea che la Rai debba uscire dalle pastoie dei partiti corrisponde proprio alla mia visione”. La mia indipenza l’ho pagata a caro prezzo, continua Freccero: “Berlusconi mi ha fatto fuori la prima volta il 5 maggio del’92, poi in Rai ho dovuto affrontare il caso Luttazzi e quando governava il centrosinistra mi ha mandato sul satellite”.
Contento per il risultato anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi: “Le polemiche quotidiane della minoranza, – ha detto – che è una parte della minoranza di un anno fa e che nonostante i numeri non ha impedito di approvare le riforme, lasciano il tempo che trovano. Il Parlamento sta lavorando come mai dal ’48. Basta vedere dove stavamo un anno fa, con l’economia in discesa, e dove siamo ora”.
“Oggi il vero problema è far sì che questa tv generalista che rischia di fare la fine della scuola pubblica, diventando in qualche modo un ghetto privo di soldi, – aggiunge Freccero – sia più vivace, libera, tornando al centro del dibattito dei media. Una sfida che si può vincere”.
P.M.
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