I redditi delle famiglie italiane, nel 2014, sono fermi ai livelli di trent’anni fa, ossia del 1986. A lanciare l’allarme è l’Ufficio Studi di Confcommercio. Nel 1986 il reddito pro capite era di 17.200 euro, nel 2014 di 17.400 euro (come anche nel 2013).
Indietro tutta anche per quanto riguarda il Pil e i consumi che tornano ai valori del 1997.
Gli italiani hanno perso, in otto anni, circa 2.600 euro di reddito a testa. Nel 2013 il reddito disponibile reale pro capite è sceso, rispetto al 2007, del 13,1%, pari ad un ammontare di 2.590 euro a testa. Nel 2014 il reddito reale dovrebbe crescere dello 0,4%, “pari ad una variazione nulla nella metrica pro capite”.
Redditi bassi, insufficienti a sostenere il costo della vita attuale. A ciò si somma la prospettiva di non poter vedere alcuna miglioria neanche l’anno prossimo, almeno per il settore pubblico, essendo deciso che nel 2015 non saranno rinnovati i contratti scaduti (dal 2008). Se poi a tutto questo aggiungiamo il dato Istat (in aumento): un milione e 130 mila famiglie le famiglie senza reddito da lavoro e la percentuale di giovani disoccupati (40%) e di precari (52,5%)ha un posto precario, si fa ancora più evidente che per sanare la situazione di grave crisi occorre un immediato, improcrastinabile, intervento del governo. Al momento il ministro Giuliano Poletti è al lavoro per le ultime mediazioni sul Jobs Act, in particolare: il «contratto d’inserimento a tutele crescenti», riservato ai giovani fino a 35 anni e alle persone con più di 50 anni, ed altri provvedimento ora all’esame del Senato.
I sondaggi di queste ore del ministro del Lavoro Giuliano Poletti sembrano far emergere una soluzione «leggera» per le nuove regole del mercato del lavoro. Ma per adesso di ufficiale non c’è nulla, se non le diversità di vedute tra i partiti, in particolare Pd e Nuovo Centrodestra che hanno espresso esigenze difficilmente conciliabili, che rischiano di far slittare l’approvazione della delega entro i tempi stabiliti.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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