Il reddito di cittadinanza, la misura di sostegno a persone e famiglie bisognose, senza lavoro o con reddito insufficiente, frutto di una lunga battaglia sulla quale i Cinque Stelle hanno puntato per la loro elezione al governo centrale (primo partito alle politiche del 2018 con circa il 37% delle preferenze) col passare del tempo si sta rivelando sempre una misura assistenzialista. Non solo, ora viene smascherata come vera e propria truffa ai danni dello Stato e quindi dei suoi contribuenti.
Se ha collocato ben poche persone nel mondo del lavoro – 352mila i percettori di reddito di cittadinanza che hanno trovato un’occupazione, per lo più a termine, a fronte di 1,3 milioni di beneficiari tenuti a sottoscrivere il Patto per il lavoro con un centro per l’impiego (dati ottobre 2020 Corte dei Conti) – l’amara verità è che ad usufruirne indebitamente sino ad oggi sono stati davvero in tanti.
E’ notizia di questa mattina la scoperta di altri irregolari nel corso di una maxi operazione condotta in Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata: circa 5 mila furbetti tra cui camorristi, parcheggiatori abusivi, rapinatori e lavoratori in nero, per una truffa che allo Stato costa 20 milioni di euro. Solo nel Napoletano sono stati individuati 2441 percettori irregolari: truffatori di anziani, scippatori, pusher, contrabbandieri di sigarette, e lavoratori “in nero” (un carrozziere, un barista, una commessa). C’è un finto spazzino il quale, armato di scopa, rapinava le sue vittime la mattina presto mentre si recavano al lavoro. Ci sono anche 75 individui con precedenti, risultati imparentati con note famiglie malavitose napoletane (Tolomelli, D’Amico, Sorianiello, Puccinelli, Giuliano e Giannelli). Ma la lista è così lunga che vi si legge anche il nome della moglie di un boss e, episodio ancora più eclatante, quello di un delinquente agli arresti domiciliari cui puntualmente ogni mese veniva corrisposto l’assegno che avrebbe dovuto essere destinato soltanto a disoccupati o inoccupati, ha chi ha un ISEE inferiore a 9.360 euro l’anno o un patrimonio mobiliare (finanziario) non superiore 6.000 euro.
“E anche oggi abbiamo schiaffeggiato la povertà vera e il lavoratore onesto che s’alza al mattino”, è il commento di un cittadino. Chi, insieme a me, vuole farlo proprio?
Bah
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