Nuove ombre sul referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Secondo il comitato per il No, la legge che regola il voto degli italiani all’estero viola principi fondamentali del diritto. E se il Sì dovesse spuntarla grazie a quei voti, i sostenitori del No sono pronti a presentare ricorso contro il risultato.
In altre parole, dopo mesi di tira e molla sulla data, ricorsi respinti sul testo del quesito e polemiche assortite, la vicenda del referendum rischia di acquisire un altro capitolo che ne farebbe slittare l’epilogo ancora più avanti.
Con il voto per corrispondenza “non è garantito il requisito della segretezza”, ha spiegato il costituzionalista Alessandro Pace – presidente del comitato per il No – in una conferenza stampa convocata nella sede romana dell’associazione della Stampa Estera. Spiega il vicepresidente, il giurista Alfiero Grandi: “La scheda arriva con una busta e potrebbe essere manipolata”.
Sotto accusa è anche la lettera inviata dal Governo a casa dei 4 milioni e 23 mila italiani residenti all’estero. “In contemporanea” con la scheda e le istruzioni per votare, come ha confermato il ministro Maria Elena Boschi, agli elettori è arrivato anche l’appello del comitato “Basta un Sì” firmato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. A differenza delle opposizioni, il governo ha avuto accesso all’elenco degli indirizzi dei cittadini, la qual cosa gli ha permesso di fare campagna elettorale a domicilio.
Nel merito, la riforma costituzionale “è una fregatura per gli italiani all’estero”, dice ancora Grandi: se passerà “non eleggeranno più i senatori e non parteciperanno al ballottaggio, se non cambia l’Italicum”. L’ex parlamentare PDS e DS Vincenzo Vita, invece, attacca lo spazio concesso alle ragioni della maggioranza dalla stampa. “Renzi e il governo hanno una esposizione mediatica da primato, che non ha paragoni con i governi precedenti, neanche con Berlusconi”, sostiene Vita, mentre alle opposizioni restano “spazi residuali”.
“Noi andiamo nel merito del referendum, loro no”, ha ribattuto il premier Renzi, in tour elettorale in Emilia e Toscana. “Noi non faremo ricorsi e controricorsi, faremo una battaglia con il sorriso e parliamo nel merito”.
Loro hanno paura di parlare del merito perché se si capisce che la domanda è sul rendere il Paese più semplice non ce n’è per nessuno. Il tentativo è di buttarla in rissa, la nostra reazione è calma e gesso, sorrisi e tranquillità, parliamo nel merito.
F.M.R.
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