Finito il restauro ospitato dal Consiglio regionale, le statue rientrano all’Archeologico, che sarà parzialmente aperto entro Natale.
Un trasloco in piena notte, tra imponenti mezzi tecnologici e di sicurezza, scortati dal ministro Massimo Bray in persona e dalla troupe di Piero e Alberto Angela che ci vogliono realizzare un documentario.
È avvenuto così il ritorno a casa dei Bronzi di Riace, finora ospitati nella sede del Consiglio regionale della Calabria e rientrati a “casa”, nel Museo archeologico di Reggio, tuttora chiuso in attesa della tanto attesa riapertura al pubblico.
Il trasporto da Palazzo Campanella al Magna Graecia, è avvenuto nella notte tra il 4 e il 5 dicembre, con le statue collocate dentro speciali casse rosse ammortizzate e scortate da un imponente dispiegamento di carabinieri del Comando provinciale di Reggio. Si tratta, in realtà, dell’ultima tappa di un viaggio molto più lungo, iniziato addirittura nel 2009. Quell’anno, i due Bronzi sono usciti da Palazzo Piacentini, che abbisognava di una importante ristrutturazione, e avviati a loro volta ad un intervento di restauro. In mancanza di luoghi più adatti, e anche per realizzare uno spettacolo nello spettacolo, la sala del restauro è stata allestita in un ambiente protetto ma visibile al pubblico, nella sede del Consiglio regionale, dove i Bronzi sono stati esposti al pubblico a partire dal marzo 2011.
A far loro compagnia, altri preziosissimi reperti, come la testa, anch’essa bronzea, del Filosofo di Porticello e una mostra di Pinakes: quadretti votivi, molti dedicati al culto di Persefone, anche questi appartenenti alla collezione del Magna Graecia.
Strano destino quello dei Bronzi: statue, immobili per definizione, raccontano una vita dal ‘pié randagio’ ricca di mistero e fascino. Ritrovati nel 1972 a trecento metri dalla costa di Riace, in provincia di Reggio Calabria, i Bronzi sono riconosciuti dalla maggioranza degli studiosi come autentici esemplari dell’arte greca del V secolo avanti Cristo.
Pochissime altre le statue in bronzo che sono giunte fino a noi complete: tra esse l’Auriga di Delfi e il Cronide di Capo Artemisio, custodite al Museo nazionale archeologico di Atene. Numerosissime le ipotesi sulla loro identità, sui possibili autori, sul luogo o i luoghi che possono averli ospitati e su quali fossero il loro destino e la loro destinazione prima di toccare il fondo del mare, per un naufragio o per scampare, di questo naufragio, il pericolo.
I Bronzi hanno subito diversi interventi di restauro e sono stati esposti, oltre che a Reggio Calabria, a Firenze e nel 1980 a Roma, al Palazzo del Quirinale, per volere di Sandro Pertini, allora Presidente della Repubblica. Ora, le due statue barbute attendono di essere esposte nel loro Museo, che però, nonostante i 32 milioni di euro già spesi, non è ancora pronto ad accogliere il pubblico. Per ora, pur di aprire entro quindici giorni, come annunciato dal ministro Bray, e non a gennaio come previsto, sarà aperto un solo piano del Museo. Il resto dell’edificio dovrebbe essere allestito entro aprile 2014, mentre dai Fondi Poin dovrebbero arrivare altri 10 milioni di euro per risistemare la piazza antistante.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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