Dopo tanti giorni di annunci di una decisione ‘ad horas’ per il rappresentante del centrodestra alla regione Lazio, finalmente il nome: è Stefano Parisi il prescelto, il leader di Energie per l’Italia, lo sfidante di Sala al Comune di Milano, il ‘city manager’ del sindaco Albertini negli anni Novanta. A lui, solo alcuni giorni fa, era stato rifiutato l’apparentamento nella coalizione per le politiche. Poi, grazie all’intercessione del forzista Antonio Tajani, la coalizione FdI, FI, e Lega ha trovato la convergenza sul suo nome. Un’intesa che, secondo voci maliziose, dovrebbe assicurargli tre seggi nel caso non vincesse in Regione. Nelle scorse ore, infatti, è trapelata una ricostruzione agghiacciante che ha accompagnato il suo sì: Energie per l’Italia avrebbe chiesto cinque seggi alle politiche, una richiesta che sarebbe stata respinta da Berlusconi anche se, secondo alcuni fonti azzurre, si sarebbe potuto chiudere assicurandone tre.
“Oggi ho ricevuto l’invito dai leader del Centrodestra a candidarmi come Governatore della Regione Lazio”, ha scritto su Facebook il leader di Epi, Stefano Parisi, accettando la candidatura. “Si è trattato di una scelta difficile – ammette – E’ una scelta difficile perché tanti di voi hanno lavorato per costruire le liste e la nostra presenza alle elezioni per Camera e Senato, divenuta ora incompatibile con la mia candidatura alla guida della coalizione nella Regione della Capitale”. “Abbiamo tuttavia deciso di accettare – sostiene – perché siamo un partito nuovo, costruito in solo un anno di lavoro e dobbiamo innanzitutto consolidare la nostra presenza in tutta Italia, nelle comunità, nei territori”.
“I leader di Forza Italia, di Fratelli d’Italia, della Lega e di Noi con l’Italia, hanno proposto a Stefano Parisi la candidatura alla Presidenza della Regione Lazio con il convinto sostegno di tutte le loro liste. Stefano Parisi ha accettato mettendo a disposizione la sua competenza e il prestigio necessari a guidare una delle più importanti regioni d’Italia, oggi alle prese con gravi problemi legati sia al malgoverno della sinistra, sia alla disastrosa amministrazione di Roma Capitale da parte dei Cinque Stelle. Stefano Parisi, romano – fondatore del Movimento Energie per l’Italia, offre la garanzia di una guida stabile e sicura, sganciata dai partiti anche se profondamente radicata nei valori liberali, cristiani, riformatori, della destra democratica”. Questa la nota congiunta di Berlusconi, Salvini e Meloni per annunciare una scelta che sa di sofferenza. Nei giorni scorsi, anzi nelle ultime due settimane è stato un rincorrersi di notizia sulla preferenza per il senatore Gasparri (FI), oppure per il vicepresidente del Senato Fabio Rampelli (FdI). Nel mezzo il nome di Sergio Pirozzi compariva e scompariva insieme a commenti che spiegavano l’inaccettabilità della sua auto-candidatura di uomo di destra che ha deciso di presentarsi con una sua lista civica.
La scelta di Parisi non viene vista in modo positivo da una buona parte di esponenti ed elettori che si considerano di destra. Il “Il Giornale d’Italia” annuncia così la scelta della coalizione di centrodestra per il Lazio: “#andiamoaperdere: Parisi candidato presidente del centrodestra nel Lazio”, mentre su Facebook qualcuno scrive: “E’ ufficiale, Zingaretti ha scelto Parisi”.
Sulla scelta di un romano di nascita adottato da Milano obietta anche CasaPound, che alla presidenza della regione Lazio popone invece Mauro Antonini. “I cittadini del Lazio si meritano candidati che conoscono il territorio e i suoi problemi, che sono espressione della base e non vengono calati dall’alto. Un top manager come Parisi, con un passato ai vertici dello Stato, entrato e uscito da Palazzo Chigi a prescindere dal colore dei governi, arriverà in autostrada senza sapere quanto cara costa ai pendolari laziali e difficilmente scenderà dalla sua auto blu per vedere da vicino le emergenze della nostra regione”. “Ebbene, ora Berlusconi e i suoi alleati sostengono che Parisi sia la scelta migliore perché è romano e conosce la città. Insomma, un candidato per tutte le stagioni”, scrive CasaPound in una nota.
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