Un anno esatto lo scorso 30 Marzo. La conquista della Regione Lazio di Renata Polverini, sindacalista Ugl, donna tenace, che ce l’ha fatta nonostante tutto. Nonostante la neve di quei giorni, l’esclusione della lista Pdl dalla competizione regionale, i vari ricorsi tra Corte d’Appello, Tar e Consiglio di Stato.
Il piccolo miracolo di una decisionista. Sono trascorsi oltre 365 giorni con un Presidente donna. Una novità per il Lazio. Il sondaggio targato Fullresearch sul gradimento dei Governatori le ha attribuito di recente il 54% dei consensi, l’1% in meno rispetto al bimestre precedente: “più di quando sono stata eletta”, ha commentato lei risoluta. Ma il Lazio ha cambiato volto realmente? A farsi un giro nei mercati della Capitale, da Testaccio a Boccea, e andando a spulciare i pareri su siti e pagine Facebook, le opinioni dei cittadini non si sprecano.
Piace quasi a tutti il metodo Polverini nel condurre trattative, il suo carattere forte e garbato al tempo stesso e sono in molti che trovano simpatica la Presidente. Ma è sulle attività della Giunta del Lazio di questi primi 12 mesi che il giudizio della regione si spacca a metà. “Sulla sanità sta facendo bene”, dice Luigi, vivace sessantottenne romano che incontriamo in zona San Saba, un quartiere non sconosciuto alla numero uno di Via Cristoforo Colombo. “Si sta iniziando a capire qualcosa in più. Qualche scontento in materia ci sarà sempre, ma è apprezzabile – continua – il fatto che lei abbia provato con il suo piano sanitario a prendere in mano la situazione e regolarla con ordine. E un po’ di sprechi sono stati risanati”. “La Polverini dà l’impressione di una che ci tiene davvero alla salute dei cittadini”, gli fa eco Rosa, “certo, di cose da risolvere in sanità ce ne sono ancora parecchie e anche gravi. A partire dai pronto soccorso degli ospedali sempre affollati. E’ impensabile che si facciano stare pazienti in barella in corridoio per ore ed ore. Semplicemente, non è civile ed è ora che si intervenga seriamente”. Franco è invece di parere diverso: non trova che “si stia affrontando con giudizio la vicenda del S. Lucia”. “Si parla sempre di qualità e poi si vanno a togliere i posti di lavoro declassando le eccellenze”, sentenzia. Le sorti del futuro della Fondazione sono molto seguite e i pareri sono diversi. Idem sul San Raffaele. I tagli in sanità sono sempre impopolari, senza dubbio. Anche se l’intenzione è quella di mettere le cose a posto. “Nessuno toglie nulla a nessuno, stiamo riorganizzando il sistema sanitario”, ci tiene a puntualizzare la Presidente. La riduzione del piano di disavanzo sanitario, passato da 1,421 a 1.070 miliardi, è comunque un dato di fatto. Come l’avvio del “patto regionalizzato” che ha dato fondi ai comuni del territorio, nonostante i 10 miliardi di euro di debiti trovati sul tavolo.
Enza, ancora, sul sito della Governatrice, si dice “entusiasta del progetto prevenzione donna”. Fra i maggiori argomenti che trovano il plauso dei cittadini del Lazio ci sono la questione casa e la lotta all’usura. Apprezzati i mega cartelloni che annunciano le iniziative per dare sostegno a chi finisce in questa trappola omertosa. “Solo investendo risorse concrete su argomenti importanti come l’usura si può svoltare”, dice Anna su Facebook. L’impegno della Regione in tema legalità è premiato dalla gente. Andando sul social network del momento, scopriamo anche che la Governatrice del Lazio è seguita in tutte le regioni d’Italia. L’orizzonte è il futuro. In tutti i sensi. Il sogno vira su Palazzo Chigi e lei non ne fa troppo mistero. Del resto, la vita è imprevedibile e “non si può escludere niente”. Le prove generali? Per molti il risultato raggiunto dalle liste Città Nuove targate Polverini alle amministrative, alternative al Pdl con la benedizione del Sindaco Alemanno. Lei, intanto, nell’ordine: si dissocia apertamente dai manifesti sul Duce di Gianluigi Caprasecca, suo candidato a Pomezia; intimidisce sull’argomento la sua candidata a Sindaco, Maricetta Tirrito come pure sottolinea che “il buco nella sanità è anche colpa dell’amministrazione Storace”, dimenticando un’alleanza elettorale di peso; comunque, rimarcando: “mi arrabbio, ma poi mi passa”. Tutto normale? In parecchi nelle sue ultime mosse politically correct scorgono una precisa quanto malcelata volontà di smarcarsi dal Pdl. “Fantasie”, taglia corto lei. Ma allora perché Città Nuove?, si chiedono cittadini ed esperti. “Per aggregare la società civile in un momento di destabilizzazione”, risponde Polverini svicolando.
Ancora, tra gli argomenti che destano maggiore confusione nel Lazio, ci sono infrastrutture e ambiente. Sulle politiche sociali, nella Capitale in special modo, si risponde che “si è fatto ancora troppo poco”. E sono tutti d’accordo, invece, che bisogna fare ancora tanto per il territorio, a cominciare dai trasporti, ma soprattutto dal lavoro precario. Bene, infine, il capitolo riduzione spese di rappresentanza. Ma il monito alla Presidente è unanime: “Renà, stai attenta e controlla per bene. Devi essere certa che gli incarichi che dai o hai dato a persone di tua fiducia la fiducia la meritino davvero”. E se lo dicono i cittadini allora è un giudizio insindacabile. Anche perché, soprattutto a una donna ed ex sindacalista errori di questo tipo non verrebbero perdonati facilmente.
Valentina Conti
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