Renault: ipotesi di frode sulle emissioni

Ipotesi di una nuova frode sulle emissioni dei diesel dopo lo scandalo dei motori truccati che ha messo in ginocchio la casa tedesca Volskwagen. Questa volta a finire sotto inchiesta è la francese Renault. Per questo motivo nella sede centrale a  Boulogne-Billancourt sono arrivati questa mattina gli ispettori della Dgccrf, la direzione per la repressione delle frodi che dipende dal ministero dell’Economia francese. Lo ha confermato la stessa casa automobilistica sottolineando che Renault “coopera pienamente con i lavori della Commissione tecnica indipendente, cosiddetta Commissione Royal, che ha come obiettivo di verificare che i costruttori francesi non hanno equipaggiato i propri veicoli con software” per il controllo delle emissioni come è stato fatto recentemente da Volkswagen e “con le ispezioni in corso decise dal ministero dell’Economia”.

La Dgccrf, sottolinea la casa automobilistica francese in parallelo ai lavori della Commissione Royal, “ha deciso di procedere ad un supplemento di indagine nella sede e in alcuni siti di Renault per validare definitivamente i primi elementi dell’analisi realizzata dalla Commissione tecnica indipendente”. In particolare, conferma la casa automobilistica transalpina, “la Dgccrf si è recata nella sede sociale, nel centro tecnico Renault di Lardy e nel Technocentre di Guyancourt”.

La commissione Royal, spiega la casa automobilistica francese, non ha al momento messo in evidenza la presenza di alcun software che possa aver manomesso le emissioni nei veicoli di Renault.

Crollo in Borsa per Renault dopo la notizia di perquisizioni per possibili frodi. Il titolo perde il 18,56%, influenzando anche il resto del comparto europeo, tra cui Peugeot e Fca con flessioni di circa il 10%. L’Eurostoxx di settore è il peggiore in Europa con un calo di quasi il 6%.