Ieri c’era stato il primo attacco: «Un solo Paese non può guidare l’Unione europea», aveva detto Renzi alla Merkel. Oggi la replica, ancora più dura e diretta: «Non potete raccontarci che state donando il sangue all’Europa, cara Merkel». Il vivace scambio di battute tra il presidente del consiglio italiano e la cancelliera tedesca sul tema dell’Unione monetaria, oggi, in apertura della seconda giornata del vertice europeo.
L’oggetto della discussione con la Cancelliera è stata l’unione economica e monetaria: il premier ha chiesto direttamente alla cancelliera perché la Germania non voglia lo schema europeo dei depositi bancari. Poi, nella conferenza stampa, ha puntualizzato: c’è stato «tutto tranne che un attacco alla Germania. Ho posto delle domande alla cancelliera, con la quale ho un legame di amicizia e stima che non mi impedisce di formulare quesiti, dagli aeroporti greci al Nord Stream». La Merkel, secondo fonti europee, avrebbe ammesso che sono passati troppi mesi senza essere riusciti a parlare di Unione monetaria, di emergenza in emergenza.
La posizione di Renzi, spiegano le fonti, è stata sostenuta da vari altri leader che sono intervenuti, tra cui il presidente francese, Francois Hollande, e dai leader di Portogallo, Grecia e Bulgaria. Critiche alla Germania sul fronte dell’energia sono state fatte anche dai rappresentanti dei Paesi baltici. Renzi ha anche fatto riferimento all’acquisto degli aeroporti greci da parte di aziende tedesche. “Non potete raccontarci che state donando il sangue all’Europa, cara Angela”, ha detto.
Renzi si è soffermato anche sul tema dei migranti, affermando che i numeri della redistribuzione dei richiedenti asilo dall’Italia e dalla Grecia verso gli altri Paesi Ue sono “semplicemente inaccettabili”. Sul fronte dell’immigrazione”l’Italia sta facendo la sua parte, ma l’Europa no”.
Oltre ai depositi bancari, l’altro tema del confronto con la Germania è stata la Russia. Al centro del confronto Roma-Berlino c’è proprio la questione del gas russo: da un lato il raddoppio del gasdotto North Stream. Un progetto che, nonostante la linea dura di Berlino sulle sanzioni, non ha ricevuto alcuno stop. Dall’altro il South Stream, che invece è rimasto fermo. Il gasdotto North Stream era già stato citato ieri da Renzi nel pre-vertice coi socialisti europei. Questo il senso della sua considerazione: non è possibile che tutta la Ue sia impegnata ad applicare sanzioni alla Russia per la vicenda ucraina e poi «tedeschi e olandesi», in barba a quelle restrizioni «sono impegnati nella realizzazione del gasdotto Nord Stream».
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