NEW YORK - JULY 18: Aretha Franklin performs during the Mandela Day: A 46664 Celebration Concert at Radio City Music Hall on July 18, 2009 in New York City. (Photo by Michael Loccisano/Getty Images)
Il 25 marzo 1942 nasceva “The Queen of Soul”o più semplicemente “The Lady Soul”. Così viene chiamata Aretha Franklin, 74 anni, voce da soprano, anima blues e cuore jazz. Alla sua voce, lo stato del Michigan ha conferito ufficialmente il titolo di “meraviglia della natura”.
Figlia di un predicatore battista e di una cantante gospel, Aretha compie i primi passi nel mondo della musica proprio in chiesa, dove cantava insieme alle sorelle e suonava il pianoforte durante le funzioni officiate dal padre. Una vita difficile sospesa tra il sacro e il profano, quella della Franklin, dopo il divorzio dei genitori ad appena sei anni e due maternità precoci (il primo figlio lo ha a quattordici anni, e a sedici concepisce il secondo), che contribuì forse rendere così graffiante e potente il timbro della cantante di Memphis.
La svolta musicale l’avrà nel 1967, anno in cui passa all’Atlantic Records. Da quel momento e fino ai primi anni Settanta Aretha si conferma regina delle classifiche e vedono la luce quei successi che ancora oggi rimangono nella colonna sonora della vita di ognuno di noi: sono gli anni di Respect, You make me feel like (live a natural woman), Think e Baby i love you.
Gli anni 80′ richiamano l’attenzione del pubblico su di lei, che partecipa al film cult The Blues Brothers, dove faceva una scoppiettante signora Murphy, moglie del chittarista Matt Murphy.
Aretha canta Pavarotti. Con 21 premi in totale, la Franklin è tutt’ora l’artista più premiata ai Grammy, dove si esibisce in quella che è ancora oggi considerata come la migliore esibizione di sempre della Recording Academy, improvvisando in 20 minuti un’interpretazione della celebre aria della Turandot “Nessun dorma”, al posto di Pavarotti, colmito da un malore.
Nel gennaio 2009 si è esibita alla cerimonia d’insediazione del 44esimo presidente degli Stati Uniti Barack Obama, al quale ha strappato lacrime di commozione. Non bisogna dimenticare infatti che, da Respect in poi, Aretha è stata anche un simbolo della lotta per i diritti civili e della sue battaglie.
Nonostante una vera e propria fobia del volo – il terrore di prendere l’aereo l’aveva portata ad accettare di esibirsi solo in località a portata di auto – la sua voce è riuscita tuttavia a varcare i confini del continente americano e a viaggiare per il mondo. E allora auguri a una donna straordinaria, che sembra essere nata per ricordare a tutte le altre che donne (straordinarie) lo sono anche loro, ognuna a modo suo. Respect.
Laurea magistrale in Storia contemporanea presso L'Università degli studi Roma tre. Master di primo livello I mestieri dell’Editoria, istituito da “Laboratorio Gutenberg” di Roma con il patrocinio del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso “Università Sapienza di Roma”. Dopo la laurea ho svolto uno stage presso Radio Vaticana, dove ho potuto sperimentare gli infiniti linguaggi della comunicazione.
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