L’hanno trovato a Roma il ceppo di Wuhan. Un team in rosa, di sole donne, dell’Istituto per le malattie Infettive di Roma è riuscito ad isolare il coronavirus che ha fatto dichiarare lo stato di emergenza all’Oms e al nostro governo. Secondo l’ultimo conteggio diffuso dalla Commissione Nazionale per la Sanità, i morti in Cina per l’epidemia di coronavirus, 360, hanno superato le vittime della Sars: 349 vittime sul territorio cinese nel 2002-2003.
Dall’emergere del virus nella città di Wuhan a dicembre scorso, l’epidemia di coronavirus ha colpito 24 nazioni e nella sola Cina sono 17.205 i casi confermati, mentre le persone che sono state dimesse dalle strutture ospedaliere dopo la guarigione sono 475, tra cui anche un uomo di 88 anni, ieri, a Wuhan.
Ieri, a meno di 48 ore dalla diagnosi di positività per i primi due pazienti ricoverati in Italia, oggi in condizioni cliniche discrete pur presentando polmonite virale, i virologi dell’Istituto Lazzaro Spallanzani hanno dato notizia di essere riusciti ad isolare l’agente patogeno responsabile dell’epidemia che sta spaventando il mondo ed ha già ucciso oltre trecento persone. L’INMI romano ha avuto modo di farsi apprezzare anche in passato, in particolare quando nel 2017 egrazie all’agilità dei suoi eccellenti ricercatori riusci ad identificare alcuni markers della replicazione del virus Ebola.
La nuova scoperta fa esultare il mondo scientifico ed anche quello politico Italiano. “Ora l’Italia diventa riferimento per questa ricerca”, ha spiegato il direttore scientifico dell’Istituto Giuseppe Ippolito che assicura la disponibilità per la comunità internazionale di tutti i dati necessari a creare nuovi test di diagnosi e predisporre vaccini. Il ministro della Salute Roberto Speranza parla invece di grande scoperta che “significa molte opportunità di poterlo studiare e capire e di verificare meglio cosa si può fare per bloccarne la diffusione”, sottolineando anche il “valore straordinario dei nostri medici”.
Cinesi e americani avevano già fatto la mappatura genetica del virus. Ma averlo isolato in laboratorio e poterlo mettere in coltura perché si replichi è un’altra cosa. Come spiega Maria Capobianchi, direttrice del laboratorio di virologia dello Spallanzani, che ha lavorato per giorni, senza pausa, grazie ad un’organizzazione ferrea che ha condiviso con le colleghe Concetta Castilletti e Francesca Colavita (la precaria del gruppo) “se prima avevamo l’identikit del killer ora possiamo interrogarlo avendolo di fronte in carne ed ossa”.
Alla luce di questo nuovo gol messo a segno dalla squadra di ricerca italiana, i nostri politici hanno tirato fuori tutta la loro fierezza nel poter dire che si tratta di un importante risultato italiano: “Orgogliosi del nostro servizio sanitario nazionale, tra i migliori a livello mondiale”, ha commentato il premier Giuseppe Conte.
Gli italiani rimpatriati
Intanto questa mattina sono atterrati a Pratica di Mare i 56 gli italiani a bordo del Boing KC767A del 14esimo stormo dell’Aeronautica Militare rimpatriati da Wuhan, la cittadina cinese dalla quale si è diffuso il coronavirus. Non è stato invece possibile imbarcare un ragazzo, che ieri al momento della partenza aveva un po’ di febbre: il protocollo prevedeva la partenza solo per persone che non presentavano sintomatologie. Il ragazzo per il momento è seguito da personale sanitario a Wuhan. Gli italiani che hanno toccato il suolo natio saranno poi trasferiti alla cittadella militare della Cecchignola dove trascorreranno un periodo di quattordici giorni di isolamento.
Effetto virus sulle borse cinesi
Persi già 420 miliardi di dollari, la Banca centrale cinese (Pboc) ha iniziato a dispiegare le misure a sostegno della liquidità dei mercati e di supporto all’economia annunciate nel fine settimana per fronteggiare le ricadute dell’epidemia di coronavirus. Nel sistema sono stati immessi 150 miliardi di yuan, pari a 19,3 miliardi di euro, attraverso ‘repo’ (pronti contro termine) a 7 e 14 giorni. Il tasso per entrambi i repo, forme di sostegno della liquidità a breve attraverso scambio tra cash e asset, è stato tagliato di 10 punti base per entrambi.
I pronti contro termine a tassi più bassi servono ad “assicurare ampia liquidità durante questo periodo speciale di contenimento del virus”, ha comunicato la Banca centrale cinese, che continuerà a “monitorare da vicino” la liquidità sui mercati. La Pboc ha iniettato 1.200 miliardi di yuan di ‘repo’ a 7 e 14 giorni con un effetto netto di 150 miliardi poiché sono al contempo arrivati a maturazione repo per 1.050 miliardi di yuan. Il consulente della Banca centrale, Ma Jun, ha indicato che anche i tassi dei prestiti a medio termine di metà febbraio, sono attesi in calo, secondo quanto riporta Bloomberg.
La domanda di petrolio da parte della Cina è crollata di circa 3 milioni di barili al giorno, pari al 20% del fabbisogno totale, a causa degli effetti sull’economia delle misure di contenimento adottate da Pechino per frenare l’epidemia di coronavirus. Lo riporta Bloomberg che cita top manager di gruppi petroliferi cinesi e occidentali. Si tratta probabilmente del più severo shock subito dalla domanda di petrolio dalla crisi finanziaria, nel 2008-2009, e del più repentino dall’attacco alle Torri Gemelle.
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