Passa alla Camera con 367 sì, 194 no e cinque astenuti la riforma Costituzionale che completa quella del Titolo V del 2001. I prossimi passi saranno l’esame del testo al Senato e il successivo referendum in programma per ottobre 2016.
“Stiamo dimostrando che per l’Italia niente è impossibile” ha commentato su Facebook il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
“Due anni fa – ha continuato il premier- nessuno scommetteva un centesimo sul fatto che questo Parlamento facesse le riforme. È tornata la politica, è tornata l’Italia”. Soddisfatta anche il ministro Maria Elena Boschi: “Ora ci prepariamo al Senato”.
La riforma costituzionale in sei punti.Vediamo ora le novità del testo approvato oggi alla Camera.
Dare un freno al Federalismo. Ritorna allo Stato la competenza su energia, protezione civile e infrastrutture strategiche. E la Camera causa “tutela dell’interesse nazionale” potrà mettere voce anche in alcune decisioni degli Enti Locali. Nel 2001, la riforma del Titolo V voluta dal governo e confermata dal referendum, aveva di fatto aumentato le competenze esclusive delle regioni, come ad esempio la gestione della Sanità. L’autonomia finanziaria aveva portato alla luce alcune storture del sistema, di cui gli scandali sui vari rimborsi spese gonfiati dai Consigli regionali a cui abbiamo assistito in questi anni sono solo la punta dell’iceberg.
Già nel 2010 infatti il sociologo Luca Ricolfi affermava che «L’aumento delle competenze degli Enti territoriali – Regioni, Province, Comuni – non si è accompagnato a un parallelo aumento della loro autonomia fiscale, sicché ogni Ente si è trovato a poter incrementare le spese senza dover pagare alcun prezzo politico in termini di inasprimento delle tasse locali».
Abolite Province e Cnel. Sia le Province che il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro, inserito nella carta costituzionale del 1948 vengono cancellate dalla Costituzione.
Camera e Senato. Conserveranno gli stessi nomi che hanno oggi ma mentre i deputati rimarranno 630 eletti a suffragio universale, il Senato della Repubblica sarà composto da 95 membri, 21 sindaci e 74 consiglieri. Questi ultimi, saranno eletti dai cittadini e i vari Consigli regionali non faranno altro che ratificarne i nomi. Vi saranno inoltre cinque senatori nominati direttamente dal Capo dello Stato che conserveranno la carica per sette anni.
Le competenze. Mentre la Camera si occuperà delle leggi ordinarie, il Senato discuterà solo riforme e leggi costituzionali. Tutti, deputati e senatori, godranno come adesso dell’immunità parlamentare senza l’autorizzazione del Senato, mentre vengono introdotti limiti al governo sui contenuti dei decreti legge. Entrambe le Aule parlamentari saranno chiamate ad eleggere il Presidente della Repubblica ma dalla quarta votazione si dovrà arrivare ad avere almeno i tre quinti dell’Assemblee concordi.
Legge elettorale. Approvato il ricorso preventivo delle leggi elettorali prima di presentarle alla Corte Costituzionale. In questo senso, potrebbe finire sotto esame anche l’Italicum.
Referendum e Iniziative popolari. Per far sì che la cittadinanza possa presentare un proprio ddl alla Camera, dovrà ottenere 150mila firme e non 50mila come oggi. D’altro canto, l’Assemblea sarà chiamata a stabilire i tempi dell’esame.
Per quanto riguarda il referendum, si abbassa il quorum su 800mila firme, invece che 500mila. Si dovranno avere almeno la metà degli eletti delle ultimi elezioni politiche.
Intanto, il premier ha assicurato che la riforma costituzionale sarà sottoposta al parere della cittadinanza ma esclude elezioni anticipate, qualunque sia l’esito: “Da aprile partirò subito per la campagna referendaria continuando certo a governare il paese. Io non credo che sarà semplice e ho detto che se perdo non solo vado a casa ma smetto di fare politica.”
“Non è un tentativo di trasformare il referendum in un plebiscito ma l’assunzione di un principio: c’è la responsabilità di chi governa“, ha continuato Renzi.
Laurea magistrale in Storia contemporanea presso L'Università degli studi Roma tre. Master di primo livello I mestieri dell’Editoria, istituito da “Laboratorio Gutenberg” di Roma con il patrocinio del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso “Università Sapienza di Roma”. Dopo la laurea ho svolto uno stage presso Radio Vaticana, dove ho potuto sperimentare gli infiniti linguaggi della comunicazione.
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