E’ ripreso regolarmente solo oggi il servizio della linea B della Metropolitana di Roma come comunica l’Agenzia per la mobilità, ma tra i pendolari la protesta non si sopisce. Un centinaio di persone, ieri, hanno invaso i binari della stazione di Orte Scalo, in provincia di Viterbo, letteralmente assediando un treno ad alta velocità diretto a Roma. La situazione è precipitata nel caos quando le persone hanno sentito gli altoparlanti annunciare che dal binario quattro sarebbe partito un treno speciale istituito dalle Fs. In molti si sono diretti verso il sottopassaggio mentre un centinaio ha iniziato ad attraversare le rotaie proprio nel momento in cui il convoglio entrava nello scalo. Almeno 400 persone sono riuscite a salire a bordo.
Le Ferrovie smentiscono ”categoricamente” che il treno sia stato bloccato dai pendolari. ”Il treno ad Alta Velocità che si è fermato a Orte per far salire circa 200 pendolari diretti a Roma ha fatto questa fermata – spiega l’azienda in una nota – come era previsto dal programma straordinario predisposto nella serata di ieri dalle sale operative di FS. Si tratta del Frecciargento 9403 Udine – Roma che è stato fatto appositamente uscire dalla ‘linea direttissima’ ad Orte, proprio per svolgere servizio viaggiatori in quella stazione, a supporto dei servizi regionali e interregionali ridotti stamani a causa dell’incendio di Tiburtina”. Intanto Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), che ha istituito una commissione d’inchiesta sull’incendio, spiega in un comunicato che “eventi simili sono, per esperienza, attribuibili prevalentemente a tre tipologie di cause: fulminazioni dirette di cavi elettrici per scariche atmosferiche; contatti diretti su apparecchiature e/o parti di impianto di segnalamento a bassa tensione per rottura e caduta linee elettriche ad alta tensione (3mila volt) che forniscono energia di trazione ai treni; manipolazioni e/o asportazioni di cavi o di collegamenti in rame o alluminio che provocano anomali funzionamenti degli impianti, anche in tempi differiti rispetto al momento del danneggiamento”. Dunque sembra scartata l’ipotesi attentato, ma non le eventuali manomissioni. Nella mattinata è scattata la perquisizione nel campo rom in via di Salone dove la municipale ha sequestrato un quintale di rame e cavi elettrici tranciati. Saranno effettuati accertamenti per capire se il materiale possa essere stato rubato all’interno del cantiere della stazione Tiburtina. I vigili del fuoco hanno escluso al 90 per cento l’ipotesi dolosa, puntando sulle “cause elettriche”, ma è già polemica sulla sicurezza dei cantieri e delle stazioni. Le misure antincendio a Tiburtina “sono insufficienti”, denunciano i ferrovieri che pubblicano la rivista ‘Ancora in marcia’. Le stesse Ferrovie in un comunicato ammettevano che non c’era stato dal sistema alcun preavviso di quanto stava per accadere. Saranno le indagini, affidate alla Polfer, a chiarire questi aspetti. Dopo gli accertamenti iniziali, il malfunzionamento di un impianto potrebbe essere all’origine del rogo che ha devastato il cantiere. Ad andare distrutta è stata infatti la sala operativa della stazione, dove si trovavano numerose apparecchiature. Ieri in una nota le Ferrovie dello Stato avevano riferito che ”non c’era stata alcuna informazione dagli apparati e dai sistemi che potesse far prevedere quanto avvenuto”. Negli ambienti investigativi, si sottolinea comunque che sarà necessario attendere alcuni giorni per avere i risultati dei rilievi tecnici in corso. I vigili del fuoco hanno dato l’autorizzazione per riutilizzare i binari 4 e 5 della stazione Tiburtina. “Grazie a questa disponibilità – assicurano le Ferrovie dello Stato – potrà aumentare la puntualità e il numero dei treni e quindi diminuire i disagi”. La procura di Roma aprirà un fascicolo e cresce l’attesa per una prima informativa dei pompieri. “Ma è ancora presto per un rapporto, devono ancora lavorare”, precisa il pm della Procura di Roma, Barbara Sargenti, durante il sopralluogo nella struttura distrutta dalle fiamme. “Chi ha sbagliato deve pagare”. E’ il secco commento del sindaco di Roma, Gianni Alemanno: “Mi chiedo come sia possibile che nel cantiere più importante d’Italia, nel cantiere vitale per la mobilità del nostro Paese non ci siano stati o adeguati controlli o adeguate prevenzioni rispetto agli incidenti. Questo non è possibile. Non possono essere i cittadini di Roma a pagare questa situazione e non ci possono non essere responsabili. Chi sbaglia, paga. Attendiamo chiarezza oltre che le Fs ripaghino gli investimenti e i costi che stiamo subendo per ridurre i disagi dei cittadini”.
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