E’ di nuovo Pride. Anzi, Europride. Nonostante l’oscuramento imposto dai media, dagli ultimi ballottaggi, dai prossimi improcastinabili appuntamenti politici, da oggi fino al 12 il movimento Lgtbqi (Lesbico, gay, transessuale, bisessuale, queer ndr) mostrerà il suo “orgoglio” a Roma, con eventi ed iniziative in tutta la capitale. A partire dalla nuova cittadella aperta alla cultura Lgbtqi: la storica, multietnica, multiculturale piazza Vittorio. E sarà proprio questo il punto di accentramento, il “cuore” delle numerose manifestazioni previste: per una settimana la piazza diventerà il Pride Park.
Un nuovo spazio aperto ad incontri e dibattiti che dal 1 giugno, giorno dell’inaugurazione, prenderanno il via e andranno avanti per 12 giorni fino alla storica ed ormai nota sfilata. “E’ anche uno dei segnali politici più forti che volevamo dare con questo Europride – ha affermato Rossana Praitano, presidente del comitato organizzatore Europride 2011 e del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli -: quello, appunto, di prendere il cuore della città, aprire una casa nostra nell’ambiente più aperto, libero e fruibile tra l’altro in un uno dei quartieri più multietnici della città, con l’idea di accoglienza, di incontro e di differenze che vivono e devono vivere in armonia”. Non è quindi casuale la scelta – contestata da alcuni esponenti politici – del luogo, simbolo di una rivendicazione delle diversità, della convivenza e della valorizzazione delle culture, come sottolineato anche dall’Assessore alle Politiche Culturali e Vice Presidente della Provincia di Roma, Cecilia D’Elia, intervenuta alla presentazione dell’Europride: “E’ abbastanza significativa la scelta del luogo: nel quartiere più segnato dal carattere internazionale di questa città, dal fatto che siamo tutti cittadini del mondo e che tutti i nostri cittadini vengono da tutto il mondo e che le differenze sono una grande risorsa “. In questo contesto non si possono che segnalare, tra le altre, le iniziative più “interessanti”, come la rassegna proposta dall’associazione culturale QueerInAction dal titolo a dir poco emblematico: “Estasi De-Genere” che tratterà il tema “religioni ed omofobia” che non potrà che suscitare inevitabili polemiche. Si inizia domani alle 21 con la proiezione di “Save me” di Robert Cary (Usa 2007 – 93′) già premiato al “Sundance 2007” che si propone di analizzare la controversa questione del “cristianesimo e dell’omosessualità”. Si prosegue il 7 con il dibattito “Religione ed omofobia” con gli interventi di Jacopo Minniti, consulente sessuologo dell’Istituto di Sessuologia clinica di Roma e collaboratore presso la cattedra di Psicologia e Psicopatologia del comportamento sessuale della “Sapienza” di Roma, di Don Franco Barbero, co-fondatore della comunità cristiana di base di Pinerolo (TO), di Sergio Rovasio, segretario dell’associazione radicale “Certi Diritti” e di Irene Pellegrini, Sociologa, dottore di ricerca e collaboratrice presso la cattedra di Metodologia delle Scienze Sociali delll’università La Sapienza di Roma. A seguire alla presenza del regista israeliano la proiezone del film “Jerusalem is Proud to Present” di Nitzan Giladi (Israel 2008 – 80′). Infine, la rassegna si concluderà il 10 con l’ultima proiezione in programma – questa davvero da non perdere – “A Jihad for Love” di Parvez Sharma (USA/UK/France/Germany/Australia 2007 – 81′). Ed ora è EuroPride.
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