C’era molta curiosità nel vedere la prima stagionale del nuovo corso del “temporaneo” ( come lo ha definito Baldini) Andreazzoli ma, per quel che si è visto, e al netto del differente modulo, un più prudente 3-4-1-2, è ancora la Roma di Zeman. Di più, la partita di Marassi è stata una sorta di compendio in soli 90’ di tutta il meglio e, soprattutto, il peggio della gestione del boemo. Un primo tempo in cui, nonostante la linea difensiva giallorossa fosse piuttosto bassa, Totti &co. hanno dominato in lungo e in largo fornendo una prestazione non bella, ma bellissima, con a corollario almeno 5-6 nitide palle-gol. E la sensazione che si giocasse all’Olimpico anziché in casa della Sampdoria. Ma le notazioni felici finiscono qui. Perché, se è vero che la Roma si è divertita a giocare al tiro al bersaglio, a poco serve tanto impegno se poi , sotto porta, manca il cinismo necessario a sbloccare la gara. Né si poteva pretendere che i padroni di casa, comparse per 45’, continuassero a giocare sotto ritmo anche la ripresa. Difatti, lo spartito mutava completamente nel secondo tempo, con una Samp, passata ad una più opportuna difesa a quattro, molto più determinata. I giallorossi restavano, comunque, il miglior undici in campo ma, dopo il pasticcio arbitrale che portava all’annullamento del vantaggio di Lamela (che sapeva tanto di errore di compensazione (l’argentino era in posizione regolare, mentre l’azione andava fermata ben prima per fuorigioco di Marquinho ma nessuno se ne era avveduto), la Samp, al primo vero affondo, trovava la rete con un preciso diagonale dell’ex juventino Estigarribia su cui Stekelenburg non pareva esente da colpe. La Roma, però, reagiva prontamente e Osvaldo si guadagnava un rigore (un po’ cercato, in verità) per un contatto con Gastaldello. Totti sul dischetto a cercare il pareggio e un ulteriore avvicinamento alle 225 reti di Nordahl, dunque? Macchè, Osvaldo prende il pallone e va lui con il capitano, sbigottito, rimasto a mò di statua di sale vicino al dischetto. La battuta dell’italo-argentino è da museo degli orrori e Romero ringrazia per l’insperato omaggio. In un amen prende corpo il pomeriggio da incubo dei capitolini, con i blucerchiati che raddoppiano con una bella punizione del neoacquisto Sansone su cui Stekelenburg appare molto goffo. Partita chiusa? No, la Roma mostra di avere almeno grinta e si rifà sotto con Lamela che stavolta segna una rete valida ma, il tempo di batter le ciglia, e i padroni di casa trovano un incredibile 3-1 con il gioiellino Icardi, lesto a insaccare di testa, non certo la sua specialità, visto il formato tascabile della punta doriana. Un’ulteriore beffa per la mai troppo biasimata retroguardia giallorossa. Ma “in cauda venenum”, recitavano gli antichi e così al 94’, il tecnico Delio Rossi (ex allenatore della Lazio), si faceva espellere per un plateale battibecco con Burdisso, sfociato in parole grosse e nel poco edificante gesto del dito medio rivolto all’argentino, con Totti e De Rossi a improvvisarsi pacieri per scongiurare le vie di fatto. Risultato? Il buon Delio, allontanandosi dal campo, si lasciava andare ad un’esultanza smodata proprio sotto gli occhi dei giocatori giallorossi. “Se provocato, reagisco”, si sarebbe, poi, giustificato l’ex tecnico laziale, riferendosi a presunte frasi pronunciate ingiuriose al suo indirizzo da Burdisso. “A 60 anni(in realtà, 53, ndr), la dovrebbe smettere con certe sceneggiate, visti i suoi precedenti”, il commento di De Rossi che richiama alla memoria l’episodio da ring che vide Delio Rossi colpire ripetutamente Ljajic a Firenze. Interpellato sulla scelta del rigorista, invece, Andreazzoli, chiamato in causa perché non avrebbe fatto rispettare la gerarchia dei tiratori, ha voluto far capire che si è trattata di un’iniziativa personale di Osvaldo, non condivisa dal tecnico ( e, pare, non solo da lui). L’ennesima polveriera, dunque. E all’orizzonte si staglia, minacciosa, la sagoma dell’avversario di sempre: la Juve. Da affrontare con due sole certezze: la confusione e il nervosismo.
D.P.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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