I guai di Roma non si contano, le foto dei disastri che affliggono la città eterna rimbalzano sui social e fanno il giro del mondo. Il campionario è ampio: le fermate della metro del centro storico chiuse; i rifiuti, montagne, a due passi dai monumenti; gabbiani di 15 kg che attaccano i turisti con i panini in mano. I bus, tanti, che vanno a fuoco… Eppure Roma resta Roma, un dolce obiettivo per viaggiatori e turisti, che continuano a sceglierla nonostante tutto.
Regina del turismo anche nel 2018 con 15,2 milioni di arrivi e 36,6 milioni di pernottamenti, la Capitale resta una meta ambita: i dati agli albergatori romani confermano la crescita dei visitatori per lo scorso anno, ma attestano anche una media giornaliera di soggiorno non superiore ai 2.85. A pensarci bene è un dato straziante, che pone la città eterna come una delle principali mete del turismo mordi e fuggi d’Europa.
Orbene, in questa media di due giorni o poco più i turisti in visita lampo riescono a combinare nelle camere d’albergo cose inaudite. Ma facciamo una piccola premessa, l’in-coming dei visitatori in termini di provenienza sono cambiati negli ultimi anni: cinesi, russi, polacchi, argentini e balcanici la fanno da padroni, arrivano in quantità industriale, scaricati da voli low cost con orari improbabili e raggiungono Roma con estrema facilità spendendo il minimo, visto che le tariffe aeree sono ben ridotte al confronto con i voli di linea. Una volta a destinazione, ben consapevoli che l’Italia è il paese delle libertà, dove tutto è concesso con buone possibilità di restare impuniti, i turisti si rilassano e si scatenano nel peggio della maleducazione. Regna sovrana la cafonaggine. E i primi a farne le spese sono proprio gli albergatori e le strutture extralberghiere come i bed&breakfast, che vedono l’assalto dei “barbari” a cominciare già dalla colazione.
Ma come si regolano questi autentici buzzurri? La prima regola, è mangiare a più non posso. Come se non avessero mangiato per tre giorni, non è raro incappare in situazioni veramente imbarazzanti: persone che dopo tre cappuccini, una brioche, innumerevoli fette di pane, frutta, succhi e chi più ne ha ne metta, preparano 3 o 4 panini da portare via con prosciutto e formaggio, insomma più che una colazione potremmo definirla un ricco pranzo all inclusive.
Nelle camere la situazione non migliora, in un sol giorno una camera linda e pinta spesso diventa una stalla puzzolente: tende smontate, pareti insudiciate con le scarpe, box doccia rotti e tavolette del gabinetto divelte. Da pensare che volendo potrebbero rendere commestibili anche legno, plastica e marmetti. Qualche dato a conferma di ciò che molti gestori di b&b possono testimoniare direttamente a cominciare da chi scrive: da un’indagine di Hotelscan.com, relativamente all’anno 2017, il campionario con cui fare i conti è il seguente. Sporcizie e rifiuti ovunque (gettonate bottiglie e bottigliette di acqua o di altri liquidi), sparizione di oggetti d’arredo e quant’altro sono gli scenari più usuali.
Ma una speciale classifica elenca i comportamenti più comuni negli hotel: rubare del cibo dalla prima colazione per mangiarlo più tardi (72%); fumare fuori dalla finestra delle camere per non fumatori (55%); rubare asciugamani e/o accappatoi (44%); bere le bottigliette del frigobar e poi riempirle con acqua o succhi (35%); lasciare gli asciugamani sui lettini della piscina tutto il giorno (21%); fare il bagno in piscina quando è chiusa (16%); ospitare una persona in più in camera (11%), etc. In questo contesto poco edificante, anche gli italiani fanno la loro parte e condividono con gli stranieri buona parte degli appunti che vengono fatti a questi ultimi. Come dire che le invasioni barbariche non sono mai finite, anche se al posto delle armi oggi c’è il bancomat o la carta di credito.
Barbara Ruggiero
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