Roma, le ruspe sulle case del clan Casamonica

Sono stati mobilitati 600 vigili urbani per presenziare le operazioni volte all’abbattimento di otto villette abusive del clan Casamonica, nel quadrante est della Capitale, su un’area soggetta a vincolo archeologico, paesaggistico e ferroviario. Sul posto insieme alla sindaca della città, Virginia Raggi, il ministro dell’interno e vice presidente del consiglio Matteo Salvini.

Il blitz contro il clan dei Casamonica a Roma inizia alle prime luci dell’alba per quella che la Raggi definisce “l’operazione più imponente contro la criminalità mai realizzata dai caschi bianchi”:

“E’ una giornata storica. Mettiamo fine a anni di illegalità e inviamo un segnale forte alla criminalità”,

rivendica la sindaca che ha seguito di persona l’azione della polizia locale. A distanza di poche ore, sul posto, arriva anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini che commenta il “bel segnale per Roma” e assicura che “non è il primo e non sarà l’ultimo”.

Circa quaranta le persone che complessivamente vengono sgomberate, tra loro anche alcuni minori. Nelle abitazioni – che si estendono su una superficie di circa 2000 mq al Quadraro, un po’ isolate dal resto del quartiere – gli agenti trovano soffitti dipinti, tende dorate, statue di tigri e cavalli. Tutto sui toni dell’oro, compresi i lampadari d’epoca, i candelabri e persino una culla. Svuotate le abitazioni delle suppellettili, tra stanotte e domani comincerà la demolizione vera e propria, che potrebbe andare avanti per 30 giorni.

“Stimiamo 30 giorni per terminare le operazioni di sgombero e demolizione. Gli agenti hanno iniziato a lavorare stamattina. Negli edifici erano presenti circa 35 40 residenti, alcuni minori. Fino ad non hanno opposto resistenza, se non in un paio di circostanze in cui si sono messi in stato di agitazione ma poi sono stati tranquillizzati”. Lo ha detto il comandante della polizia locale di Roma Antonio Di Maggio nel corso di una conferenza con la sindaca Virginia Raggi.

La rabbia degli sgomberati non ha tardato in mattinata a farsi sentire: urla, insulti contro Raggi al suo arrivo, mentre una donna ha gettato della coca cola addosso ai giornalisti ‘rei’ di voler riprendere il suo passaggio con le telecamere.

“Loro stamane pensavano che fosse una perquisizione. Qualcuno è rimasto di stucco”, racconta il comandante del corpo Antonio Di Maggio. Le prime contestazioni di abusivismo da parte del Comune risalgono al 1997. Prima dell’edificazione delle villette, avvenuta negli ani ’70, nella stessa zona c’erano dei container. In una delle abitazioni, poi, nel luglio scorso, i carabinieri del Comando provinciale di Roma rintracciarono uno dei 37 arrestati della maxi operazione Gramigna contro il clan Casamonica.

“Alcune case avevano persino inglobato interi tratti dello storico acquedotto Felice. Quelle villette erano diventate il simbolo dell’illegalità e dell’impotenza di fronte alla malavita. Abbiamo cancellato soprattutto questo”, afferma la sindaca. Che subito dopo rimarca: in passato “nessuno aveva avuto il coraggio di procedere. Probabilmente mancava la volontà politica”.

UIn plauso unanime all’operazione arriva dai Cinque Stelle: dal presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra, che accompagna la prima cittadina al Quadraro, fino a Luigi Di Maio, i complimenti alla sindaca per “un atto fondamentale per cominciare a liberare Roma dalle organizzazioni criminali” non mancano. Persino il Pd interviene per ringraziare i caschi bianchi, mentre tra gli abitanti della zona, c’è chi è felice di questo segnale, chi non sa che dire, chi polemizza: “Avevano costruito a ridosso dell’acquedotto Felice e se ne accorgono ora?”. Per l’associazione antimafie daSud “così vanno utilizzate le ruspe: non come strumento di negazione dei diritti, contro i migranti e i più deboli, ma come strumento reale di contrasto delle mafie sul territorio. Era ora”.