Rotondi, al Sud una valanga di voti per M5S

“Al Sud il movimento Cinquestelle raccoglierà la rabbia ed il voto di protesta di gente che si sente tagliata fuori dalla politica. Sarà una messe di voti in loro favore…”. Il parlamentare Gianfranco Rotondi, capolista di Forza Italia alla Camera nel collegio proporzionale Pescara-Chieti-Vasto e leader del movimento Rivoluzione Cristiana – un “cristiano e liberale” come ama definirsi – sembra nutrire pochi dubbi su come andranno le cose domenica 4 marzo.

Perchè questo convincimento così netto?

“Sono candidato nel collegio uninominale di Pescara Teramo, conosco l’Abruzzo anche se non è la mia area di provenienza politica ma per quanto riguarda i collegi uninominali i 5 Stelle sono decisamente favoriti. Questa è terra di frontiera, la sensibilità è alta così come si avverte, forte,  tra i cittadini, la voglia di risposte concrete”.

Ma che cosa più di ogni altra considerazione, a suo giudizio, ha favorito o sta oggettivamente aiutando Di Maio?

“Intanto, la demonizzazione che centrodestra, centro moderato e sinistra hanno fatto del movimento di Grillo. Forse andavano stoppati con proposte politiche in materia economica e sociale che non li lasciasse soli in campo”.

In che senso?

“E’ semplice. Sono più intelligenti e politicamente furbi di quanto si pensi. La loro linea economista è roba da comunismo bulgaro anni sessanta. Ma attenzione hanno saputo presentare bene le loro proposte. L’idea del reddito di cittadinanza è un’idea vincente”.

Perchè?

“Con quella proposta dei 780 euro per tutti blindano il loro elettorato, in particolare quello giovanile e degli esclusi”.

Ma per fare questo dovranno trovare la copertura in termini di nuove entrate per lo Stato?

“Certo.  Per fare questo dovrano aumentare la pressione fiscale, introdurre una patrimoniale leggera ed una tassa di successione alla francese. Ma faranno anche di più…”.

In che senso?

“Il loro obiettivo è quello di arrivare ad un sistema di tassazione digitale. Una volta ottenute le informazioni su quanto uno produce e guadagna sarà  poi lo Stato a fare i calcoli e trattenere il dovuto. Non sono sprovveduti, piaccia o no, i voti li prenderanno con il reddito di cittadinanza”.

Cosa succederà dopo il voto in materia di governabilità?

“Non sarà facile gestire ciò che scaturirà dalle urne. Il 4 marzo avremo un nord cristiano e liberale ed un Sud peronista. Il voto con la possibilità concreta di non avere un vincitore certo riproporrà di nuovo la questione meridionale in termini di secessione del Sud. E’ facile infatti che possano essere confermate le ultime proiezioni demoscopiche che nei collegi uninominali davano trenta parlamentari ai Cinquestelle, 42 al Pd e 163 al centrodestra”.

Veniamo alle leadership. Berlusconi, a destra insiste per Tajani premier

“Berlusconi è troppo intelligente per pensare di fare i conti senza l’oste. Vincerà chi prenderà più voti e dopo sapremo se al Colle andrà Salvini o il presidente della Ue”.

Nelle ultime settimane grazie soprattutto all’iperattivismo, per molti allucinante, della presidente della Camera Laura Boldrini si è riacceso il fuoco dell’antifascismo. Come vede questa recrudescenza ideologico-politica?

“Male, tanto più perché portata avanti da una persona politicamente inesistente. La connsidero umanamente e politicamente inconsistente. Da lì non c’è da aspettarsi nulla. Diverso il giudizio sul presidente del Senato. Grasso è sicuramente più competente e ci si può ragionare, ma ha un difetto”.

Quale?

“E’ vanitoso e questo lo spinge al rimorchio di situazioni dove a condurre il gioco alla fine sono gli altri”.

Un’ultima domanda. Per la corsa al governatorato del Lazio come vede le prospettive del candidato di Forza Italia Stefano Parisi?

“Non ho mai creduto in quella candidatura. Con lui è una partita persa. E’ stato un grosso errore tagliare fuori dalla partita del centrodestra il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi“.