Anche il secondo killer dell’attentato di Rouen era già schedato e noto alle autorità francesi. è il 19enne Nabil Abdel Malik Petitjean che due giorni fa, insieme al coetaneo Adel Kermiche, è entrato nella piccola chiesa di Saint Etienne du Rouvray, in Normandia, ed ha sgozzato padre Jacques Hamel, di 86 anni, al grido di ‘Allah Akbar’ e ‘Daesh’ (Islamic State of Iraq and Syria).
Abdel era schedato con la lettera ‘S’ (rischio per la sicurezza dello Stato). L’ufficializzazione è arrivata dopo la prova del Dna. Dall’esame è emerso che il secondo terrorista è Abdel Malik Petitjean, nato il 14 novembre 1996 a Saint-Diè-des-Vosges” ha riferito una fonte giudiziaria.
La polizia francese aveva fermato il giovane Nabil lo scorso 29 giugno ma su di lui non vi erano condanne a carico: aveva tentato per due volte di arrivare in Siria nel 2015 per combattere sotto le bandiere dell’Isis. Che si fosse radicalizzato non c’è dubbio ma non è finita qui.
Secondo quanto riportato dall’emittente BfmTv, l’Uclat (Unità di coordinamento della lotta antiterrorista) un mese dopo il suo fermo, cioè il 22 luglio, aveva ricevuto una preziosa informazione da “un servizio segreto straniero” che avvisava di un pericoloso individuo “che sarebbe pronto a partecipare a un attentato sul territorio nazionale”. Nel documento nessun nome ma una foto: quella del giovane Abdel Malik Petitjean.
Per quanto riguarda il compagno Adel Kermiche, anche lui francese, di Mont-Saint-Aignan, aveva concluso il periodo di arresti domiciliari a marzo: psicologicamente disturbato, “soggetto iper-attivo”.
Della coppia, Adel Kermiche, anche lui francese di 19 anni, si trovava invece agli arresti domiciliari e al momento dell’attentato in chiesa aveva un braccialetto elettronico, era stato rilasciato a marzo. Di lui si sa anche che soffriva di disturbi psichici fin dall’infanzia, che era stato costantemente seguito da psicologi fin dall’età di 6 anni e che a 12 anni era stato espulso da scuola per “disturbi comportamentali”: nella scheda personale era definito un”soggetto iper-attivo”.
“Tali azioni selvagge e abominevoli sono riprovevoli, indipendentemente da dove avvengano”, ha dichiarato Bahram Ghassemi, portavoce del ministero degli affari Esteri dell’Iran, che sostiene il regime di Assad.
“Noi condividiamo la tristezza di tutti (…) Di fronte a queste azioni disumane, brutali e detestabili.” ha aggiunto Ghassemi.
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