Il presidente iraniano Hassan Rouhani ha incontrato stamattina papa Francesco in Vaticano. Rouhani è da ieri a Roma, teatro della sua prima visita in Europa da quando Teheran è rientrata nella comunità internazionale dal purgatorio degli stati-canaglia. Lo scorso 16 gennaio, infatti, è entrato in vigore l’accordo sul programma nucleare iraniano e sono state sospese le sanzioni internazionali decise da USA e UE contro la Repubblica Islamica.
È la seconda volta che un Papa riceve il presidente della Repubblica islamica: era già successo nel 1999, durante il pontificato di Giovanni Paolo II, quando a Roma arrivò Mohammad Khatami.
Il Pontefice e il presidente hanno parlato faccia a faccia a porte chiuse per quaranta minuti, con una traduttrice come unica intermediaria. I toni, come conferma la breve nota della sala stampa vaticana, sono stati “cordiali”, “si sono evidenziati i valori spirituali comuni” e il “buono stato dei rapporti tra la Santa Sede e la Repubblica islamica”.
“La ringrazio tanto per questa visita e spero nella pace”, è stato il saluto di papa Francesco al presidente della Repubblica islamica, che ha risposto: “Le chiedo di pregare per me, mi ha fatto un vero piacere e le auguro un buon lavoro”.
Il Papa ha donato al presidente iraniano due copie della sua enciclica Laudato si’ e una medaglia con l’effigie di san Martino, raffigurato mentre “si toglie il cappotto per coprire un povero: un segno di fratellanza gratuita”. Rouhani ha ricambiato con un tappeto fatto a mano a Qom, città santa per i musulmani sciiti e importantissimo centro di studi teologici, e un’antologia della pittura iraniana.
Poi il presidente ha incontrato il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin e il segretario per i Rapporti con gli Stati – l’equivalente vaticano del ministro degli Esteri – Paul Gallagher.
Anche in questa occasione toni cordiali e spirito di collaborazione. D’altra parte, papa Francesco ha sempre considerato l’Iran un interlocutore utile a mettere un argine a quella che ha definito diverse volte la “terza guerra mondiale a pezzi”. Oltretevere, la sua posizione non sorprende nessuno: il Vaticano non ha mai interrotto del tutto le relazioni diplomatiche con Teheran, neppure nei momenti più caldi della rivoluzione islamica guidata dall’ayatollah Ruhollah Khomeini. Cosa che non può dire l’Arabia Saudita, per citare ad esempio un’altra potenza mediorientale spesso accusata di combattere l’Iran per interposta persona, e che ufficialmente non intrattiene rapporti diplomatici con la Santa Sede. Ma anche su questo fronte, recentemente, qualcosa si è mosso: giusto una settimana fa l’ambasciatore in Italia del regno arabo, Rayed Krimly, ha invitato papa Francesco a visitare la grande Moschea di Roma la prossima primavera.
Poche settimane fa, in un discorso tenuto al corpo diplomatico accreditato presso la Santa sede, il Pontefice aveva citato espressamente l’accordo sul programma nucleare fra le “importanti intese internazionali” che “fanno ben sperare per il futuro”.
Oggi, secondo la sala stampa vaticana, papa Francesco ha ribadito a Rouhani il ruolo dell’Iran nel “promuovere adeguate soluzioni politiche alle problematiche che affliggono il Medio Oriente, contrastando la diffusione del terrorismo e il traffico di armi”, e ha apprezzato il buon esito dei negoziati sul programma nucleare.
Il Papa e il presidente concordano sul valore della “responsabilità delle comunità religiose nella promozione della riconciliazione, della tolleranza e della pace”.
Stamattina Rouhani, che è arrivato a Roma accompagnato da più di cento imprenditori e dirigenti di aziende pubbliche, aveva parlato al Business Forum Iran-Italia organizzato da Confindustria e Istituto per il commercio estero. “Questo è un momento magico per l’Iran – aveva commentato Riccardo Monti, presidente dell’ICE – le imprese di tutto il mondo stanno guardando al Paese con molta attenzione”. Il presidente della Repubblica islamica ha riconosciuto che nel nuovo Iran ci sono “ampi spazi vuoti” in cui le istituzioni non vedono l’ora di “accogliere investitori stranieri”.
Dopo l’entrata in vigore degli accordi sul nucleare, le imprese europee, con le parole usate da Monti, fanno “la fila” per accedere al mercato iraniano, ma l’Italia ha un vantaggio su altri stati. “Abbiamo una buona storia di collaborazione con voi – continua Rouhani – e gli iraniani conosco l’Italia e il vostro lavoro, si fidano degli italiani”.
Il Corano, ha detto poi il presidente, insegna che chiese, sinagoghe e moschee possono – anzi, dovrebbero – coesistere una accanto all’altra.
Dobbiamo preservare prima la chiesa, poi la sinagoga, poi la moschea. Questa è la cultura della tolleranza che ci insegna il Corano.
Rouhani poi è tornato sulla questione della lotta al terrorismo, già al centro ieri delle dichiarazioni congiunte con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e con il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Se vogliamo combattere l’estremismo e la violenza nel mondo, se vogliamo lottare contro il terrorismo, una delle strade che abbiamo è lo sviluppo economico, è dare occupazione. La mancanza di sviluppo crea forze per il terrorismo, la disoccupazione crea soldati per terroristi. Se tutti vogliamo un mondo privo di violenze, una delle strade è lo sviluppo economico e, parallelamente, lo sviluppo culturale.
Se vogliamo combattere l’estremismo e la violenza nel mondo, se vogliamo lottare contro il terrorismo, una delle strade che abbiamo è lo sviluppo economico, è dare occupazione.
La mancanza di sviluppo crea forze per il terrorismo, la disoccupazione crea soldati per terroristi. Se tutti vogliamo un mondo privo di violenze, una delle strade è lo sviluppo economico e, parallelamente, lo sviluppo culturale.
Nel frattempo il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, era alla Farnesina, ospite del suo collega italiano Paolo Gentiloni. “La soluzione della questione nucleare consente di rilanciare la nostra partnership politica, commerciale e degli investimenti”, ha detto Gentiloni alla fine dell’incontro.
La cooperazione economica e commerciale sarà anche il tema portante della visita di Renzi a Teheran, in programma nei prossimi mesi, annunciata su Twitter dal profilo ufficiale del presidente.
F.M.R.
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